Le associazioni Wwf, Legambiente, Lipu, Lav e La, unitamente al SAPAF (sindacato della Forestale e della Polizia Ambientale) denunciano la chiusura anticipata di quella che definiscono la più importante operazione di repressione del bracconaggio nelle Alpi e Prealpi Lombarde: la cosiddetta operazione Pettirosso condotta dal NOA (Nucleo Operativo Antibracconaggio del Corpo Forestale dello Stato) nelle valli bresciane.
“Proprio nel momento del passo dei piccoli uccelli migratori”, dicono le associazione ambientaliste, “arriva lo stop” ordinato direttamente dal Ministro Zaia. “Quest'anno – continuano le associazioni - l'attività era già partita con un forte handicap, fare un campo di circa 4 settimane, contro le 5 degli anni passati. Ma ora, proprio nel momento più intenso del passo dei piccoli uccelli migratori: si dispone la chiusura anticipata del campo, e quindi dal prossimo fine settimana il rischio è l'impunità per i bracconieri che infestano con reti e trappole i boschi delle Prealpi bresciane”.
Le associazioni insieme al sindacato della Polizia Ambientale nella conclusione della nota confidano in una “iniziativa parlamentare che chieda conto di questa incomprensibile retromarcia nella lotta al bracconaggio, e chiedono ai Ministri delle Politiche agricole e dell’Ambiente di voler invece garantire al NOA la prosecuzione del campo antibracconaggio bresciano per incoraggiare la lotta contro l’illegalità ambientale”.