Come già anticipato da questo portale, il passo degli uccelli migratori nelle ultime giornate è stato consistente e le rilevazioni lasciano ben sperare anche per le prossime giornate. Sul tema riportiamo una esauriente nota di Massimo Marracci, presidente del comitato esecutivo di Anuu Migratoristi intitolata Le sorprese del passo:
Tantissime volte abbiamo scritto e detto della bellezza dell’imprevedibilità della Natura, che si può verificare anche grazie alla caccia. Ed è la caccia tutta a essere anch’essa tale, cioè imprevedibile pure quando crediamo di sapere o di saper prevedere tutto o quasi tutto. Certo, le cacce che più di ogni altra sono soggette ai ritmi non prevedibili delle stagioni, del clima e dei selvatici sono quelle alla migratoria, indipendentemente dalla forma praticata.
Da ieri, qui al Nord, ne abbiamo avuta l’ennesima dimostrazione. Sino a domenica 18 ottobre, calma quasi piatta, con lievi sobbalzi che però non erano stati per nulla sufficienti a invertire la tendenza negativa del mese del passo per eccellenza; poi, da lunedì 19 e soprattutto da ieri, martedì 20 e ancora oggi, ondate di migratori hanno cominciato a colmare i cieli. Tordi, allodole, colombacci, fringuelli, pispole, avanguardie di sasselli e di beccacce si sono fatti vedere ovunque, dal Veneto al Piemonte, popolando i boschi, i filari, i campi aperti, i pioppeti. Uno spettacolo entusiasmante, che ha rasserenato i cuori degli appassionati, i quali da un anno all’altro vivono nell’attesa di giornate simili.
Riandando agli archivi del passato, abbiamo trovato riscontro di “furie” di passo ritardate anche nei mesi di ottobre del 1980 e del 1982, allorché una situazione statica si capovolse esattamente nei medesimi giorni del 20 e 21. Ora, nessuno può ragionevolmente profetizzare quanto ciò durerà, tuttavia qualche insegnamento lo possiamo trarre: innanzitutto, la conferma di quanto poco ancora ne sappiamo, nonostante le diavolerie messe in campo dalla tecnologia e dalla scienza; in secundis, che non ci si deve mai abbandonare alla sfiducia e allo sconforto; in terzo luogo, che non ha alcun senso cedere alla tentazione di fare le Cassandre perché si corre il serio rischio di essere clamorosamente smentiti; poi, collegandosi alla precedente riflessione, che prima di sbilanciarsi in deduzioni negative o addirittura catastrofiche occorrono serie negative almeno di alcune stagioni consecutive, perché un solo autunno non è indicativo di alcunché; infine, che tutto quanto di positivo e affascinante stiamo osservando non è in ogni caso un buon motivo per rimandare gli approfondimenti e le indagini, perché le minacce potenziali che pendono sulla fauna selvatica non mancano e ci sono ben note.
Ciascuno perciò goda di questi doni con saggezza, nella consapevolezza che un utilizzo sostenibile è tra le carte buone da calare affinché nel prossimo autunno il miracolo possa ripetersi. Noi saremo ancora qui, a scrutare l’orizzonte nell’incerta luce dell’alba con occhi gioiosi di bambini.
21/10/2009