L' Asl di Sassari ricorda ai cacciatori che l'assessorato regionale alla Sanità ha previsto procedure sanitarie da seguire per tutti gli animali della specie suina, domestici e selvatici, in virtù del piano per l'eradicazione della peste suina classica e africana, e che in particolar modo occorre rispettare queste misure per i suini selvatici abbattuti nelle aree a rischio.
"L'Osservatorio epidemiologico veterinario regionale ha definito su tutto il territorio della Sardegna i macroareali sui quali modulare le attivita' di campionamento dei cinghiali. In quei territori i cacciatori dovranno prelevare un campione di sangue e diaframma da tutti i cinghiali abbattuti durante la stagione venatoria, mentre nell'area ad alto rischio, che per il territorio dell'Asl di Sassari comprende il comune di Benetutti, sara' necessario prelevare anche un campione di milza", si legge nella nota.
I campioni, potranno essere inviati "agli uffici del Servizio veterinario, ai mattatoi oppure agli uffici della forestale, insieme alle apposite schede di segnalamento dei capi cacciati".
Il campionamento effettuato nelle ultime due stagioni venatorie, in quella che era la 'zona infetta da peste suina africa nel selvatico' dei comuni di Bultei e Pattada, ha consentito di escludere la presenza del virus nei cinghiali cacciati, ricorda la Asl, e ha portato di conseguenza alla revoca dei provvedimenti di restrizione alla caccia. Durante campagna venatoria del 2008 in tutto il territorio di competenza della Asl sono stati numerosi i campioni di sangue inviati e controllati, tutti negativi.
"Ci auguriamo - fa sapere il Servizio veterinario dell'Asl sassarese - che anche quest'anno" una risposta analoga "consenta di avere informazioni attendibili sulla situazione sanitaria del selvatico, quindi di poter escludere che il virus circoli tra i cinghiali col rischio di trasmissione" a maiali domestici.
Infine il servizio veterinario di Sanita' animale, con il Servizio di Igiene degli alimenti e la collaborazione del Corpo di Vigilanza ambientale sta organizzando incontri di formazione-informazione con le compagnie di caccia e le associazioni venatorie, per programmare le attivita' di sorveglianza previste dal piano regionale.
(Adnkronos)