Tra le iniziative messe in piedi dal mondo venatorio che hanno senz'altro il merito di rendere i cacciatori parte attiva nella tutela e nel monitoraggio della fauna selvatica, c'è il Progetto Colombaccio Italia. L'iniziativa è promossa dal Club Italiano del Colombaccio, il quale dal 1998 censisce e studia il flusso migratorio della specie in Italia e vede la collaborazione diretta dei cacciatori. A loro infatti è chiesto di annotare scrupolosamente su appositi registri gli avvistamenti e gli abbattimenti durante gli appostamenti fissi autunnali.
I dati infine vengono raccolti e inseriti su appositi programmi informatici e resi pubblici anno per anno. Oltre ad avere il patrocinio del Ministero dell’ambiente, gli uffici caccia delle provincie di Firenze e Pisa, lavorando anch’essi a progetti simili in proprio, hanno firmato una convenzione per lo scambio reciproco dei dati raccolti.
Ma siamo soltanto all'inzio “questo lavoro – si legge in una nota di Sauro Giannerini, tecnico faunistico e coordinatore nazionale del Progetto Colombaccio Italia, dopo la presentazione del progetto al Convegno di San Rossore - non si vuole proporre come opera esaustiva bensì come primo mattone per un opera molto più grande che probabilmente negli anni si formerà. Essendo il Colombaccio una delle specie selvatiche meno studiate potremmo finalmente far luce sui segreti della migrazione e della biologia di questa specie. Tutto questo lavoro mette in risalto, oltre alla professionalità con cui vengono trattati i dati, l’enorme contributo che la figura del cacciatore può apportare al mondo scientifico in campo ornitologico e non solo”.