Pochi giorni fa
il Senato ha discusso e approvato il
decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante
disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee.
Tra gli emendamenti presentati al testo, il 3.02 e il 3.03 attenevano a misure relative alla detenzione e al trasporto delle armi e all'attività venatoria ma non sono stati votati dall'assemblea in quanto dichiarati improponibili dalla Commissione Affari e Bilancio.
Secondo una valutazione della Commissione compiuta in sede parlamentare - i proponimenti non davano attuazione a obblighi comunitari urgenti o comunque prioritari né erano tali da determinare condizioni utili a tal fine, ovvero contengono deleghe legislative o modificano deleghe legislative già disposte.
Il primo emendamento avrebbe modificato l'articolo 36 della legge 7 luglio 2008 n. 88 per l'attuazione della direttiva europea sulle armi, aggiungendo alcuni principi e criteri direttivi riguardo alla detenzione e all'acquisizione delle armi. In particolare si mirava alla semplificazione della normativa di settore con riferimento alle autorizzazioni personali e professionali e all'applicazione coerente della direttiva europea riguardo alla libera circolazione delle armi consentite.
Il secondo emendamento mirava all'adeguamento della disciplina del prelievo venatorio alle direttive europee in merito alla definizione da parte delle regioni degli indici di densità venatoria minima per ogni ATC e alla facilitazione della mobilità venatoria.
Sulla discussione al Senato è interessante segnalare l'intervento di uno dei proponitori dei due emendamenti, il leghista Bodega che ha messo in evidenza l'elevato numero di procedimenti di infrazione comunitaria che riguardano il settore ambientale in Italia (con 35 infrazioni l'Italia detiene il primato europeo anche se si tratta comunque di un numero certamente ridimensionato rispetto a solo tre anni fa, circa la metà).
Di queste infrazioni pochissime riguardano direttamente la caccia: soltanto 4 secondo quanto riporta il Dipartimento delle Politiche Comunitarie (la normativa italiana in materia di caccia in deroga del 2006, la legge regionale sulla caccia in deroga del Veneto del 2004, quella della Sardegna dello stesso anno e , anche se non direttamente imputabile alla caccia la legge sulla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche nella provincia di Foggia). La Commissione Europea ha archiviato ad ottobre l'apertura della procedura di infrazione sulla legge per le deroghe della Liguria (2006).
Attraverso questo Decreto Legge, si proponeva di risolvere alcuni obblighi impellenti riferiti alla connotazione ambientale, quale l’adeguamento della disciplina del prelievo venatorio. E poi dicono che in Parlamento non si discute di caccia. Si discute eccome. Ma sembra che tutti – tutti – facciano orecchio da mercante.