La sospensione delle deroghe da parte della giunta Galan per il raggiungimento dei limiti massimi di prelievo delle specie consentite, è arrivata in concomitanza al provvedimento del Tar del Veneto che avrebbe ugualmente sospeso in via cautelare anche questa seconda delibera regionale, replicando lo stop deciso per la prima delibera soltanto una settimana fa.
“Nel rispetto della normativa e degli impegni assunti in sede europea relativamente ai controlli, abbiamo predisposto il decreto a firma del presidente, che sospende per la stagione venatoria 2009-10 la caccia alle specie in deroga – ha commentato l'assessore alla Caccia Elena Donazzan - In questo modo - ha aggiunto - accogliamo anche le preoccupazioni recentemente espresse dal Tar”.
Annata da dimenticare per le cacce in deroga secondo Enalcaccia Veneto che contesta la sospensione della giunta per il presunto raggiungimento dei prelievi consentiti. “Ma allora perchè sospenderle se non si hanno dati certi ma solo presunti?” incalza l'associazione venatoria interrogandosi poi sulle priorità del Tar “non hanno altro da fare di più importante e urgente?” oppure “dobbiamo pensare i ricorsi per le cacce i deroga proposti dagli anticaccia hanno la più assoluta priorità per i Giudici?”.
Per Enalcaccia Veneto è giunto il momento per le associazioni venatorie di lasciare in disparte le beghe interne causate dalle appartenenze politiche, che fanno solo male al mondo venatorio “No alle associazioni venatorie organismi di partito – sintetizza l'associazione -, si all’autonomia da tutte le sirene partitiche, per avere le mani libere di parlare e trattare con tutte le forze politiche di governo e di opposizione, perchè la caccia è di tutti di destra, di sinistra e di centro. La politica al servizio della caccia e non con la schiena piegata, ne va della nostra dignità”. Enalcaccia auspica “la costituzione del Coordinamento delle Associazioni Venatorie del Veneto come sede del confronto per “essere dei veri rappresentanti dei cacciatori”.
Per Leonardo Martinello, responsabile nazionale del settore caccia dell'Udc, lo stop imprevisto è un tragico epilogo della questione deroghe nel Veneto e la responsabilità è del Consiglio Regionale che non ha voluto fare l'unico atto legittimo, non impugnabile anche al Tar, che era una Legge Regionale.
Cosa che non sarebbe stata possibile, spiega l'esponente dell'Udc “perchè la lotta politica tra Lega Nord e Pdl , forse per attribuirsi i meriti , ha fatto mancare ripetutamente il numero legale nelle sedute del consiglio Regionale Veneto”. “Anche se con amarezza – conclude Martinello-, diamoci appuntamento all'anno prossimo ma facciamo tutti squadra , politici, associazioni, agricoltori per fare una Nuova Legge Nazionale che eviti simili figure nei confronti dei cacciatori”.