In seguito alla bocciatura da parte della Commissione Tecnica della richiesta per l'abbattimento del cervo nelle zone di ripopolamento e cattura, la Provincia di Prato ha aperto una vertenza con l'autorità sulla gestione della specie.
Secondo quanto dichiarato dall'assessore provinciale alla caccia Antonio Napolitano la richiesta mirava ad "alleggerire la pressione della popolazione di cervi sulle coltivazioni". Per questo, promette Napolitano “noi andremo avanti, dobbiamo dare risposte agli agricoltori, che continuano a lamentare danni tali da mettere a rischio anche l'attività di aziende strutturate, per esempio i produttori di vino”.
La Provincia, insieme all'Atc, sta già chiedendo un incontro urgentissimo al direttore dell'ISPRA, l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ma sta anche valutando gli aspetti giuridici e tecnici di una eventuale 'disubbidienza' al parere della Commissione, che però nel caso dei cervi è vincolante.
“Al direttore dell'ISPRA sottolineeremo le difficoltà del nostro territorio, per il quale i parametri di valutazione della popolazione utilizzati dall'autorità non risultano adeguati”, aggiunge Napolitano. L'assessore intende infatti anche mettere in discussione la lettura dei dati del censimento per il territorio pratese, che si basano sui danni provocati dagli ungulati e sulle registrazioni del bramito. Intanto sul cervo un segnale la Provincia l'aveva già dato nel nuovo calendario venatorio attualmente in vigore, che prevede abbattimenti selettivi per 142 capi (nella scorsa stagione erano 94) e consente anche l'abbattimento di 332 caprioli e per la prima volta introduce la caccia di selezione al daino.
(Provincia di Prato)