"Occorre fare chiarezza sui finanziamenti che ricevono le associazioni animaliste e ambientaliste che si battono per l'abolizione della caccia fino all'accanimento e alla demonizzazione dei caccia-tori". Così è intervenuto pochi giorni fa in Senato Valerio Carrara (Pdl) a sollecitare una risposta ad una recente interrogazione sul tema a suo nome.
Carrara ha parlato anche degli "attacchi ingiustificati e immotivati da parte di giornalisti della Rai" e di interventi senza mai un contraddittorio. “Nessuno che sul servizio pubblico possa difendere i veri cacciatori, una categoria di cittadini onesti che vanta il primato di avere tutti i suoi componenti con la fedina penale pulita, e un settore che sta attraversando una grave crisi. Crisi che colpisce non solo l'industria armiera che nel distretto della Provincia di Bergamo e Brescia raggiunge l'eccellenza a livello mondiale, ma anche tutto l'indotto, per un totale di decine di migliaia di famiglie. Aziende che vanno sostenute e tutelate".
Tornando nel merito dell'interrogazione, il Senatore insiste “è quindi giunto il momento di fare luce su queste 23 associazioni animaliste e ambientaliste (da Legambiente alla Lav, da Greenpeace)".
"Quello che mi piacerebbe sapere - continua l'esponente del Pdl - è come fanno a finanziarsi e se nei vari capitoli di spesa del bilancio dei ministeri interessati, o nel bilancio generale dello Stato, esistano contributi, provvidenze, elargizioni, liberalità o consulenze assegnate a vario titolo alle associazioni sopracitate, sotto qualsiasi forma vedi docenze, formazione, prestazioni professionali per progetti specifici".
"Una volta definita l'esistenza e l'entita' di tali provvidenze relative agli ultimi quattro anni - spiega poi Carrara - chiederò, sulla base dei dati emersi, che sia passata al vaglio da parte delle autorità competenti la congruenza contabile e fiscale nella gestione da parte delle associazioni beneficiarie di questi contributi".
Infine il senatore ha annunciato un'interrogazione sul Campo internazionale antibracconaggio organizzato nelle valli bresciane dalla Lega per l'abolizione della caccia in collaborazione con il "Komitee gegen den vogelmord". "Tre anni fa - osserva - il prefetto di Brescia aveva inibito tale attività ma ora ci riprovano. Si e' detto di tutto e di più sulle cosiddette ronde per la sicurezza ma nessuno dell'opposizione a tutt'oggi ha mai censurato la presenza e l'attività di cittadini stranieri nel nostro Paese in un settore che è di stretta competenza degli organi di vigilanza preposti. Che ognuno si assuma le proprie responsabilita'".