Il Convegno L'Ambientalismo e la Caccia, tenutosi martedì 17 novembre al Senato, grazie all'iniziativa dell'associazione ambientalista Fare Ambiente, contribuisce a sbrogliare alcuni nodi su cui la riforma della 157 ha rallentato il suo corso. Ecco una sintesi dei momenti salienti.
Il Presidente Nazionale di Fare Ambiente, il prof. Vincenzo Pepe, che ha introdotto i lavori, ha ribadito la volontà dell'associazione di radicare in Italia un ambientalismo nuovo e moderato che sappia vedere nella caccia una risorsa da valorizzare, proponendosi come un nuovo punto di riferimento intenzionato a dialogare in modo costruttivo anche con il mondo venatorio. Gli hanno fatto eco altri esponenti del mondo ambientalista moderato.
Soddisfatto l'europarlamentare Sergio Berlato, (oggi è un giorno straordinario, ha detto, perchè si sono gettate le basi per un nuovo modo di essere ambientalisti), il quale ha indicato in Fare Ambiente e nelle altre sigle (che si sono dette disposte a coordinarsi insieme) degli interlocutori importante per il mondo venatorio e per la politica. Sulla riforma della 157, Berlato - ricordandi il fallimento del vecchio Tavolo degli Stakeholders - ha invitato tutti. agricoltori, cacciatori, ambientalisti responsabili, a unire le forze e voltare pagina rispetto a un vecchio inadeguato modo di gestire le problematiche dell'ambiente.
Per le associazioni venatorie sono intervenuti il presidente di Anuu Migratoristi, Giovanni Bana e il Vicepresidente di Federcaccia Massimo Buconi, entrambi hanno ribadito la disponibilità del mondo venatorio associazionistico di sostenere con forza le posizioni già sottoscritte nel documento unitario (Anuu, Confavi, Enalcaccia, Liberacaccia, Federcaccia), per sostenere la riforma della 157, invitando tuttavia la Politica a concludere senza ulteriori rinvii il percorso riformatore. Sulla stessa linea, e con altrettanta decisione, Cristina Caretta, presidente Confavi.
Il Senatore Franco Orsi ha posto l'accento sui valori etici e culturali della caccia, soprattutto in riferimento agli aspetti più osteggiati sulla bozza di riforma (es. uso richiami, possibilità per i sedicenni di praticare la caccia in compagnia dei cacciatori esperti) - in contraddittorio con la docente di Ecologia all'Università del Sannio, Aloj Totaro - mettendo in evidenza l'inadeguatezza della cultura ambientalista nostrana, figlia di una visione del mondo e della natura di stampo metropolitano.
Di particolare rilievo sono stati gli interventi del Presidente della Commissione Agricoltura alla Camera Paolo Russo e del Sen. Antonio D'Alì, Presidente della Commissione Ambiente del Senato.
Russo ha confermato la necessità di contrastare gli atteggiamenti deleteri dell'ambientalismo modaiolo, ricordando che la Camera sta al momento affrontando in sede legislativa il problema dell'esubero degli ungulati divenuti a causa di un errato animalismo un problema per gli agricoltori e la società, segno che c'è bisogno di un riequilibrio faunistico, che si può ottenere anche con la collaborazione dei cacciatori. Riguardo alla riforma, l'Onorevole Russo ha invitato a trovare una sintesi basata su riflessioni profonde, complessive, rifuggendo da posizioni radicali. Eventuali ulteriori fughe in avanti, frutto di iniziative individuali ed estemporanee (come le reiterate proposte spot di emendamento alla legge Comunitaria), saranno immancabilmente bocciate.
D'accordo su una riflessione complessiva, meditata, che porti a superare certe posizioni ostruzionistiche in Commissione, anche il Sen. D'Alì, che riconoscendo la necessità di aggiornare la legge, ha posto l'accento sulla funzione riequilibratrice della caccia e ha elogiato il senatore Orsi per la competenza e per le lungimiranti soluzioni proposte. Nelle prossime riunioni della Commissione si procederà ad individuare un percorso il più agile e pratico possibile, in modo da inviare alla Camera un testo ampiamente condiviso, per ottenere una rapida e definitiva approvazione, sicuramente prima della fine della legislatura. Il presidente della Commissione Ambiente ha anche annunciato che a breve, al Senato, si darà inizio alla revisione della legge 394 sulle aree protette, per superare quelle storture rutto di un modo errato di concepire la difesa dell'ambiente, non condiviso dall'attuale maggioranza.
Aggiorrnato 18/11/2009 ore 8.30