Caccia Ambiente torna sul caso del Parco naturale delle Saline di Priolo, riserva sita nel comune di Gargallo (SR) e gestita dalla Lipu, su cui, come già anticipato in un comunicato stampa di due mesi fa, vengono ribaditi “sprechi di denaro pubblico e abusi penalmente rilevanti”.
In seguito ad indagini tecniche approfondite, Caccia Ambiente denuncia la situazione alla Procura Generale di Siracusa avanzando accuse precise in merito alla gestione del Parco e ad "insoliti accadimenti", come autoarticolati che scaricano matariali per creare isolotti artificiali all'interno delle saline.
Inoltre a dispetto dell'annunciata bonifica dell'area, ossia dell'eliminazione di un oleodotto che attraversava le saline, Caccia Ambiente fa sapere che in realtà di questo sarebbe stata eliminata solo la parte centrale. “Le due testate molto lunghe - spiega il segretario nazionale di Caccia Ambiente Angelo Dente - , sono state lasciate così come erano ed occultate con del canneto altrove prelevato. Anche in questo caso la scrivente è in possesso di testimonianze fotografiche”.
Inoltre - continua Dente - Si pubblicizza la riserva come luogo di sosta , nidificazione e svernamento per alcune specie di fauna selvatica ( acquatici ) ma senza che ciò sia corrispondente al vero, atteso che la zona, che subisce la scomparsa dell’acqua nel periodo estivo, non ha più da tempo ingresso di acqua, sia di acqua dolce che salata”.
Caccia Ambiente parla di scomode verità venute a galla riferendosi a prove fotografiche e video, raccolte dalla delegazione del partito - che documenterebbero in realtà che la riserva sarebbe piena “di scarti industriali nocivi che contengono presumibilmente arsenico”.
Un fatto aggravato dal pericolo per la popolazione che frequenta la riserva grazie a manifestazioni culturali organizzate dalla Lipu come le visite guidate delle scolaresche. I genitori di questi studenti sono a conoscenza del pericolo? E le somme raccolte in queste manifestazioni a chi vanno e come sono gestite? Si domanda Caccia Ambiente ritenendo necessaria e urgente l'apertura di un'indagine sul caso. Il sospetto sarebbe stato confermato dal ritrovamento da parte di un collaboratore del partito di un fenicottero morto all'interno della riserva, per cui la richiesta di informazione sulla causa della morte non ha avuto risposta.
L'inquinamento pare sia attribuibile alle raffinerie della ERG proprio a fianco della riserva. “Lipu, - spiega Angelo Dente - nemica dell’inquinamento ambientale, ottiene in gestione con avallo del Comune una riserva vicino ad alcune inquinanti raffinerie della ERG. - Scrive Caccia Ambiente - Ed è così che la Lipu ha la sua riserva, e l’ERG i suoi stabilimenti vicino ad un atavico nemico stranamente silenzioso”.
Qualora tutte le circostanze esposte facciano emergere una inutilità o inefficacia ai fini della tutela ambientale di questa ennesima zona protetta siciliana, secondo Caccia Ambiente sarebbe inoltre necessario obbligare il sindaco alla revoca della riserva ai sensi dall’art.11 comma 2 lett.a della legge regionale 33/97”.