Ricordare i valori che spingono migliaia di cacciatori italiani alla pratica dell'arte venatoria , come ha fatto in maniera esemplare il senatore Franco Orsi nel suo intervento al convegno l'Ambientalismo e la Caccia lo scorso 17 novembre in Senato, è un modo efficace per stimolare la riflessione attorno agli importanti temi contenuti nel testo di riforma della 157.
“Se voi chiedete ad un cacciatore moderno, come uomo come si sente innanzitutto – ha esordito Orsi -, troverete in professionisti, politici, persone realizzate, il loro essere cacciatori come uno degli elementi fondamentali della propria umanità.”
La caccia dunque non è, come spesso i media tendono a sottolineare, un mero “hobby". Il senatore ha parlato dei “sacrifici” insiti nella filosofia di chi pratica la caccia con passione “Andare a caccia significa alzarsi ad ore impossibili, prendere un freddo esagerato, spendere un sacco di soldi, e fare una serie di cose che soltanto una grande molla e una grande passione incondizionata può provocare”.
Secondo Orsi il motivo per cui in Italia si è indietro rispetto agli altri Paesi europei a livello normativo e rispetto alla percezione generale nella società dell'attività venatoria, è da ricercarsi nel fatto che il nostro sia il paese meno rurale d'Europa. “L’urbanizzazione culturale, urbanistica ed economica che ha avuto il nostro Paese è superiore a quella che hanno avuto gli altri grandi paesi europei”, ha precisato il senatore.
Una debolezza che, a detta del senatore, investe anche il mondo agricolo (lo si evice ad esempio anche dall'ultima legge finanziaria), figlia della predominante cultura urbanizzata che governa il nostro paese. Il fenomeno, di natura sociale e antropologica, trova, secondo le parole del senatore Orsi, la stessa radice e particolarit�nell'ambientalismo dominante in Italia, basato su valori che partono “dalla conoscenza della società urbana condizionata dai mass media, dal consenso dei salotti” e che porta a “queste posizioni – ha spiegato Orsi – acquisite dalla gran parte dei cittadini ma prive della conoscenza, dell'esperienza e della radice culturale”.
Un fatto che ha investito in primis un'attività fortemente rurale come quella venatoria: “la caccia appartiene alle radici della civiltà primitiva, ed è appartenuta per moltissimi anni all’evoluzione della societ�– ha sottolineato poi il Senatore Orsi -. Non credo di dire cosa esagerata - ha detto- nell'affermare che la caccia si è indebolita proprio con quell'aumento e quella conseguente vicenda negativa che è l'urbanizzazione del nostro territorio e il saccheggio del nostro territorio”.
La riforma secondo Orsi affronta “di petto” la questione culturale. Pertanto non possiamo ridurre l'attività della caccia – sostiene Orsi – alla sola utilità di regolazione della fauna ma è necessario difendere la cultura venatoria perchè cultura rurale del nostro Paese, necessaria per un governo del territorio più consapevole.