La perdita della biodiversità e la ricerca di nuove soluzioni per risanare un equilibrio perduto in Toscana. Questi i temi trattati dal convegno organizzato ieri a Livorno dalla Commissione agricoltura del Consiglio regionale che ha affrontato una delle questioni più scottanti in fatto di ambiente: la crescita esponenziale degli ungulati a scapito di altre che invece rischiano l'estinzione.
La Toscana conta 136 tra parchi e aree protette dove si ha la più alta concentrazione di biodiversità. 700 le specie vertebrate censite, di cui 124 a rischio estinzione. 130 mila i cinghiali, 120 mila i caprioli, 8 mila daini, 2800 cervi e 800 mufloni. In crescita anche il lupo, con 150 – 200 capi. Tra gli interventi è emersa la volontà di pensare alla biodiversità in relazione all'agricoltura.
Massimo Cocchi, dirigente nazionale di Federcaccia ha ricordato che due anni fa venne sottoscritta in Toscana, con altre associazioni venatorie ed ambientaliste, una carta della “Caccia conservativa” a dimostrazione che c’è la volontà di un percorso comune, perché il problema degli squilibri è da tutti riconosciuto. “Certamente a livello nazionale non si capisce cosa succeda. Nella stessa seduta il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge toscana sui richiami da caccia e lasciato decorrere la scadenza dei termini per quella lombarda sulle deroghe”. “Per iniziare a cambiare –ha detto Cocchi- oltre ad approvare le proposte di legge sull’attività venatoria in discussione si può pensare a rivedere le politiche sulla forestazione”.
Anche Massimo Logi (Arcicaccia) ha messo in risalto la necessità di puntare su una caccia di tipo conservativo, applicabile se la Regione avrà il coraggio di fare scelte importanti e se metterà risorse importanti per un’innovazione sia strutturale che culturale.
Per Antonino Morabito di Legambiente la questione dell'equilibrio ambientale è legata anche ai tagli del Governo negli organi dei Parchi Naturali che avrebbero colpito i rappresentanti della comunità scientifica, degli enti locali e degli ambientalisti.
Guido Scoccianti (WWF), ha posto l'attenzione sul lupo, ritenendo ingiustificati gli allarmi sugli attacchi agli allevamenti. “Non servono le polemiche – ha detto -, ma le proposte per migliorare ed io credo che la tutela della biodiversità debba avvenire in un contesto trasversale, con al centro l’agricoltura, ma supportata dalle assi delle politiche settoriali: da quelle economiche a quelle di gestione del territorio”. D'accordo su questo punto il responsabile dell'ufficio caccia della Regione Toscana Paolo Banti che ha chiarito che sulla tutela del lupo non verrà fatto un passo indietro e che va affrontato anche il problema connesso all’aumento degli ungulati.
Il consigliere regionale Mario Lupi (componente Commissione Territorio e ambiente) è tornato sul tema dell’equilibrio perduto anche per la presenza di animali non autoctoni: dalla nutria al gambero killer dal pesce serra al cinghiale dell’est. “Non penso che con la caccia si ritrovi l’equilibrio –ha detto - ma non è il primo dei problemi, i danni più gravi vengono dalla gestione del territorio e dall’inquinamento.”
Il presidente della II Commissione Aldo Manetti (Prc) ha annunciato che la modifica della legge venatoria risolverà, almeno momentaneamente, il problema del soprannumero di alcune specie. “Ma l’equilibrio della biodiversità non può essere affidato alla caccia –ha detto - e credo che bisognerà, come per i cinghiali, anche iniziare a lavorare sulle specie”.