Luisa Salinas ha una grande passione per i cani, è giudice nazionale e internazionale per le razze terrier, bassotti, segugi e cani da ferma. Alla delegazione Enci di Savona fa parte del direttivo che organizza prove di alto livello con cani da ferma su selvaggina naturale, con i cani da seguita su cinghiale e lepre e con cani da traccia.
Anche se non la pratica direttamente, l'ars venandi è parte della sua vita: ha sposato un cacciatore, anche lui giudice Enci (prove con segugi su cinghiale e limiere), che definisce “un cinghialaio sfegatato”. Luisa mantiene una visione prettamente cinofila riguardo alla caccia: “amo solo la caccia col cane” ci dice spiegando che per lei l'attività venatoria “ha una ragione di esistere laddove serve per la selezione cinofila”.
Sull'utilità della caccia nessun dubbio “il cacciatore vero ama la natura e la preserva, rispetta la fauna e l'ambiente e se scoppia un incendio non ho mai visto protezionisti affannarsi a dare una mano!”, anche se non tutti i cacciatori possono definirsi tali, secondo Luisa alcuni sono soltanto “sparatori”: “l'uomo ha sempre cacciato per mangiare, ora che non serve più deve essere sportivo e non eccedere, se vuole misurare la sua bravura a sparare vada al tirassegno”.
Il comportamento di queste persone rischia di gettare un'ombra di discredito sull'intera categoria. Sbaglia chi ostenta le proprie prede come strage, “dà fastidio a me – sottolinea Luisa che la caccia la conosce da vicino - pensa a un anticaccia”. Per questo suggerisce loro di non mettersi troppo in vista e di evitare di incorrere in inutili scontri con gente che non capirà mai il loro punto di vista. Un po' di sobrietà in più insomma, di questi tempi non guasta per continuare tranquillamente a svolgere l'attività venatoria nel migliore dei modi.
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