Passare dalla parte del torto quando si ha un'arma in mano è facilissimo. Come tutti sappiamo essere cacciatori richiede una buona dose di buonsenso e autocontrollo, necessari ad evitare situazioni di tensione che possano degenerare e a desistere dal compiere atti stupidi e controproducenti, come quello che ha visto protagonisti due cacciatori pochi giorni fa.
Secondo quanto denunciato da due agricoltori della provincia di Imola, due cacciatori entrati nella loro proprietà li avrebbero prima minacciati puntandogli addosso il fucile (li accusavano di aver sequestrato il loro cane da caccia) poi picchiati quando questi hanno deciso di chiamare i Carabinieri. Tali gesti, ovviamente condannabili in toto, non fanno che penalizzare l'intera categoria pesantemente ed aumentare i divari e le incomprensioni tra due categorie che perseguono spesso scopi condivisi.
L'episodio infatti ha fatto scattare la reazione immediata del presidente di Cia Imola, Massimo Pirazzoli, che ha dichiarato “troppo spesso i nostri associati si lamentano di problemi con i cacciatori”. Gli agricoltori denunciano gesti illeciti come ”tagli ai recinti, attraversamento di campi seminati, il mancato recupero delle cartucce sparate che – spiega Pirazzoli - se ingerite dagli animali al pascolo, possono provocare seri danni alla salute, l'abbandono dei propri mezzi in strade e terreni privati, l'attività della caccia esercitata in mezzo al bestiame".
"La caccia - dice ancora Pirazzoli - non può essere un problema di ordine pubblico. Il suo regolare svolgimento, anche e soprattutto in certe zone di confine, deve essere controllato dalla Vigilanza venatoria in Emilia Romagna, dalle guardie venatorie volontarie, occorre un intervento dell'ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) e della Provincia di Bologna. Come Cia raccogliamo i malumori e difficoltà che stanno attraversando gli agricoltori anche per colpa di cacciatori che non seguono leggi e regolamenti. Se non saremo ascoltati tuteleremo i nostri associati con altri strumenti contenuti nella legge nazionale e nell'attuale Piano Faunistico Venatorio Provinciale".
Pur essendo un'esigua minoranza di facinorosi questi cosiddetti cacciatori con arroganza inaudita riescono purtroppo a distruggere quanto costruito e perpetrato dalla quasi totalità dei cacciatori italiani, rispettosi delle leggi e del territorio, che subiscono a livello mediatico le amare conseguenze di queste mele marce.