Come molti avranno avuto modo di constatare, quest'anno il passo non è stato dei migliori. A dire la sua sulla migrazione è intervenuto Bruno Modugno, giornalista, regista ed autore televisivo, sempre molto seguito nel panorama della caccia italiana. “A quaglie e allodole è andata bene, quasi dappertutto” afferma Modugno, ricordando una lodolata di fine settembre in Bulgaria dove “le quaglie erano talmente tante che i cani si perdevano dietro le mille emanazioni”.
Poi, ad ottobre è cominciata un'altalena climatica fuori dall'ordinario. Prima il caldo e quindi, ricorda ancora Modugno “allodole tante, non solo in Romania ma anche nei luoghi di questa nostra penisola dove tradizionalmente è facile incontrarle. Le colline di stoppie del Viterbese e della Pontina, il Bresciano, il Tavoliere, la piana di Catania” e qualche giorno di freddo in fine ottobre. “Un po’ di neve: troppo presto! Poi scoppia il caldo di novembre (altro che Estate di San Martino!), quello cattivo, proprio nel momento in cui ci si aspettava l’arrivo dei bottacci e delle prime beccacce.
In merito a quest'ultime è delusione generale. Non solo in Italia, ma nei luoghi più frequentati. Anche in Crimea: “un disastro”. Tanto che, afferma il giornalista “abbiamo dovuto annullare una puntata di “Andiamo a Caccia” a loro dedicata” -ndr: in onda sul canale Caccia e Pesca di Sky. Un po’ meglio nelle isole scozzesi e nel santuario di Vormsi. In Italia, qualche fugace e rara apparizione. Io non sono un beccacciaio, è vero, ma a Natale ho sempre portato in tavola il tradizionale paté di beccacce. Quest’anno, niente".
Situazione simile per i Tordi: “e chi li ha visti? Solo qualche fortunato”. Così, annullata un’altra puntata di “Andiamo a Caccia” negli uliveti della Sabina, spiega ancora Modugno. “Anche le notizie che mi venivano dal Portogallo e dalla Spagna parlavano di carnieri modestissimi”.
Meglio per i Colombacci: “nelle piane costiere del Livornese, un’invasione. Tanti abbattimenti, quando il vento li costringeva a scendere sulle tese. Sui passi appenninici, invece, il deserto”. Situazione discreta, quasi ovunque, per quanto riguarda gli acquatici. “Ho assistito a un picco di beccaccini. Per le oche, in Romania e in Ungheria, dobbiamo aspettare gennaio. Storni e fringuelli (per chi ha potuto godere delle deroghe), né bene né male, a volte si stentava a completare il carniere concesso dagli avari regolamenti regionali. Altre volte, invece, toccava interrompere per non superare il numero consentito”.
Che cosa vuol dire? “Che la migratoria se la passa male, come vorrebbero sostenere i nemici della caccia che se la prendono sempre con l’anello più debole della catena? Non scherziamo. – afferma il noto esperto venatorio-. Significa che la caccia è fatta così, essendo legata agli eventi atmosferici, alle piogge e alle gelate, al giro dei venti”.
“La nostra passione – conclude saggiamente Modugno - non deve fare i conti con i tempi biblici delle vacche grasse e delle vacche magre. L’alternanza tra l’abbondanza e la miseria non ha i cicli di sette anni. E’ tutto più rapido. L’anno scorso è andata bene. Quest’anno, male. L’anno prossimo, o al massimo fra due anni, torneranno i tempi migliori”.
“Abbiate pazienza - dice Modugno rivolgendosi a tutti i cacciatori italiani-. Ne avete tanta quando siete al capanno. Occhi al cielo, fucile pronto, e tanto ottimismo”.