L'ordinanza della Corte di Giustizia europea è stata lapidaria nell'intimare alla Regione Lombardia la sospensione immediata delle deroghe. “La prosecuzione della caccia alle quattro specie protette – si legge tra le motivazioni della Corte UE - rischia di causare un danno grave e irreparabile al patrimonio faunistico delle campagne lombarde”.
Un bel pasticcio per la giunta Formigoni, che a pochi mesi dalle elezioni regionali, si vede costretta a rivedere di nuovo le decisioni prese in materia di caccia. Come fa notare il consigliere lombardo del Pd Carlo Monguzzi, effettivamente Formigoni era intervenuto con una delibera prima dell’approvazione della legge chiedendo il rispetto delle sentenze comunitarie in tema di caccia in deroga, su cui si erano già espressi anche Consulta e Consiglio di Stato. Formigoni, “non è stato ascoltato dalla sua stessa maggioranza che infatti in Consiglio ha approvato una norma illegale. – fa notare Monguzzi -. È drammatico - conclude l'esponente del Pd - che per fare rispettare la legalità in Lombardia ci voglia la Corte di giustizia europea. Per Formigoni questa rappresenta una pessima figura e un segno di debolezza alla vigilia della probabile ufficializzazione della sua candidatura”.
A Monguzzi risponde Vanni Ligasacchi, consigliere del Pdl che spesso si è contraddistinto in consiglio nel portare avanti la difesa delle cacce tradizionali regionali. “La caccia è un’attività riconosciuta dalla Comunità europea per il suo valore culturale e in virtù delle tradizioni esistenti sul nostro territorio” puntualizza Ligasacchi. “È perfettamente inutile che Monguzzi, in nome di un ambientalismo burocratico e centralista, si ostini a non riconoscere questo diritto” replica ancora Ligasacchi precisando poi che: “Le deroghe sono previste dalla stessa Comunità europea all’articolo 9 della direttiva 409/79. La caccia è un diritto riconosciuto in tutta l’Europa: vogliamo continuare a cacciare nel pieno rispetto delle culture e delle tradizioni locali”.