Caro Ministro (o cara Ministra?) Michela Brambilla,
abbiamo letto le Sue recenti esternazioni su animalismo, caccia e politiche di governo pubblicate da Il Giornale in data 1 dicembre 2009.
Non che ci abbiano sorpreso in quanto Lei non ha mai fatto mistero del Suo pensiero su tali argomenti, nemmeno quando era in gioco il consueto “toto ministri” post-elezioni: tanto che in moltissimi, tra il popolo dei cacciatori italiani, avevano fatto i debiti scongiuri affinché non Le venisse affidato alcun Dicastero. Così non è stato e ce ne rammarichiamo assai, ma ormai, come si dice, da tempo “la frittata è fatta”.
Ciò ovviamente non ci impedisce di esternare a nostra volta il punto di vista di chi la Caccia la pratica, la difende e la promuove, in nome e per conto di 700.000 cittadini dalla fedina penale linda e immacolata, come ben attesta il possesso del porto di fucile a uso venatorio, motivo d’orgoglio dinnanzi alla legge.
Vede, cara Ministra (propendiamo infine per la declinazione al femminile), l’errore di fondo che Lei e parecchi altri commettete è quello di partire dall’idea del “partito delle doppiette” o finanche della coalizione delle doppiette, che si devono per forza contrapporre al partito o coalizione degli animalisti o ambientalisti o anticaccia che dir si voglia. Quando si tratta di caccia, all’alba dell’A.D. 2010, sarebbe molto più corretto e intelligente, oltre che lungimirante, affrontarla in ottica positiva quale strumento di gestione e utilizzo sostenibile delle risorse naturali rinnovabili e della straordinaria risorsa nazionale che è il territorio non antropizzato e non urbanizzato insieme alla fauna selvatica che lo abita.
Le regole dell’attività venatoria in Italia, se non lo sapesse, sono già tra le più rigide e restrittive dell’UE: non a caso, infatti, i detrattori e avversari della nostra passione, sia politici che non, si stanno dannando l’anima da un anno in qua con ogni mezzo per non minimamente rivederle (il riferimento è ovviamente allo stentato e incerto processo di modifica della vigente legge n. 157 del 1992).
Ma non è tutto: perché leggere determinate affermazioni pronunciate da una Ministra della Repubblica, quindi membro autorevole della compagine governativa, stride sinistramente con il programma sbandierato a gran voce proprio dal PDL in occasione della trascorsa campagna elettorale. Noi ci attenderemmo invece atteggiamenti di equilibrio e ragionevolezza, necessari nella (ahinoi defunta) nobile arte della Politica in generale, ma ancor più inderogabili e indifferibili per chi è maggioranza e dunque regge il timone. Lasci dunque perdere i riferimenti ai soliti luoghi comuni e, magari, si prenda dieci minuti ogni tanto per meglio documentarsi: tra web, pubblicazioni cartacee, documentazioni varie, chiunque oggi può informarsi prima di parlare, soprattutto se può disporre di stuoli di assistenti, impiegati, portaborse, segretari come nel caso Suo.
Su un solo elemento concordiamo: quando dice di non pretendere che tutti la pensino come Lei. E ci mancherebbe altro! Noi siamo esattamente tra coloro che dissentono e non scommetta che sia una minoranza, probabilmente di scarso tutte queste persone hanno unicamente la visibilità pubblica ma ciò non ne annulla l’esistenza e i diritti, tra cui quello di voto.
Cara Ministra, trascorra un piacevole periodo di festività natalizie come più Le aggrada. Noi, oltre a stare con le nostre famiglie, non mancheremo senz’altro di andare a caccia nelle nostre belle campagne, con i nostri amati cani, gli amici di tante battute e i nostri adorati figli se, bontà loro, vorranno seguirci.
Cordiali saluti
Il Comitato Esecutivo
ANUUMigratoristi