Anche quest'anno in provincia di Savona si continuerà a cacciare il cinghiale oltre il termine stabilito del 31 dicembre. Come definito dal regolamento stagionale, in caso di mancato raggiungimento dell'obiettivo prefissato rispetto agli ungulati in esubero stabiliti (quest'anno 8509 esemplari), l'assessore provinciale Livio Bracco ha firmato in questi giorni un documento che allunga i tempi del prelievo fino al 31 gennaio 2010, mantenendo le consuete 3 battute settimanali.
“I numeri precisi dei capi abbattuti non li conosco – ha spiegato l'assessore - ma gli uffici mi hanno detto che non abbiamo raggiunto la quota indicata dagli studi e quindi dobbiamo proseguire”.
L'Enpa provinciale, sempre molto agguerrita in tema di caccia, accusa l'amministrazione di “sudditanza nei confronti delle doppiette”, e rimprovera alla provincia di sbandierare numeri come pretesto per “consentire ai cacciatori di alimentare il loro sport preferito”, ossia, si legge sul Secolo XIX “uccidere gli animali, per un periodo più lungo”.
Ma l'assessore Bracco intende sgomberare il campo da simili costruzioni e, sempre che ce ne fosse stato bisogno, mette in chiaro: “ovviamente non va letta come una concessione supplementare ai cacciatori ma semplicemente come un’azione a favore del territorio perchè avere troppi ungulati in circolazione significa non tutelare il territorio e le campagne gravemente danneggiate dalle loro scorribande”.
La situazione è ancora delicata. “Teniamo conto – precisa ancora Livio Bracco - che oltre ad essere ancora indietro sui numeri fissati alla vigilia, ho personalmente ricevuto da parte di tanti Comuni dell’entroterra notizie allarmanti riguardo alle popolazioni di ungulati presenti nei rispettivi territori che mettono in crisi l’economia rurale e le coltivazioni. Quindi la richiesta di proseguire gli abbattimenti arriva direttamente dagli amministratori di tanti paesi prim’ancora che dai numeri. Tutte le altre sono polemiche inutili, negare i danni dei cinghiali non si può, basta andare a verificarli".