La gestione faunistica nel nostro paese presenta una situazione diversificata e dettata da scelte prevalentemente politiche, piuttosto che tecnico scientifiche e gestionali. Questa la deduzione tratta dalla dott.ssa Giorgia Romeo, zoologa che collabora con la Provincia di Grosseto, alla presentazione dei risultati del progetto "banca dati faunistici" avvenuta durante l'assemblea nazionale di Federcaccia.
Un lavoro nato dall'idea dell'oggi presidente Gianluca Dall'Olio e partito due anni fa: quella di inviare dei questionari agli Ambiti Territoriali di Caccia, ai comprensori alpini e alle Province per avere il quadro del funzionamento sul territorio di questi enti e raccogliere dati prevalentemente faunistici.
I risultati sono utili a tracciare un quadro complessivo e a capire prima di tutto dove e come intervenire per migliorare la situazione. Secondo la studiosa si tratta qualcosa di unico, i dati forniscono infatti fotografia attuale della realtà italiana, in questo senso non esistono altri elementi del genere. Tanto che anche l’Ispra si è interessata alla ricerca. “A livello personale - conferma la dottoressa Romeo - il direttore mi ha chiesto parte dei dati per una sua conoscenza e per interventi che doveva fare per la modifica della legge”.
In occasione del convegno si è anche parlato di un ufficio dedicato alla gestione e all’ambiente diviso in due parti, cioè uno dedicato alla gestione della migratoria e uno dedicato alla gestione della stanziale, e della possibilità che la dottoressa si occupi proprio del secondo. “Anche questa è un’idea del dott. Dall’Olio, che vuole dare un’anima gestionale alla Federcaccia, ossia vuole che il cacciatore sia il principale gestore della fauna selvatica, e ha pensato così di far nascere due uffici all’interno della Federcaccia nazionale: uno appunto che si occupi di fauna migratoria e uno che si occupi di ambiente, fauna e caccia. E mi ha chiesto di essere responsabile proprio dell’ufficio che si occuperà della fauna stanziale”.