Si alza il livello d'attenzione sul problema dei pochi casi accertati di contagio da tularemia in Emilia Romagna per alcune lepri. Negli ultimi giorni il consigliere regionale leghista Roberto Corradi ha presentato un’interrogazione con la quale ha richiesto un intervento urgente alla Giunta per limitare il rischio di contagio all'uomo. A dare l'allarme era stato lo scorso 7 gennaio l'Istituto Zooprofilattico di Lombardia ed Emilia Romagna segnalando il decesso di alcune lepri importate con ogni probabilità da Romania o Ungheria e liberate ai fini del ripopolamento faunistico – venatorio.
“Una diffusione della Tularemia a Parma ed in Emilia-Romagna – evidenzia Corradi - potrebbe avere conseguenze molto gravi, sia in termini di salute umana che di gravi danni agli allevamenti”. Il consigliere ha chiesto di conoscere il numero di lepri importate (a rischio infezione), liberate in Provincia di Parma e nelle altre provincie del Emilia-Romagna e quali misure la Giunta intende adottare per evitare il contagio. Il Consigliere leghista ha sollecitato inoltre una tempestiva informazione alle categorie più a rischio (cacciatori, allevatori, guardie forestali, guardiacaccia); oltre che l'allertamento dei servizi sanitari ed i medici di base, al fine di facilitare una rapida diagnosi degli eventuali casi di Tularemia sull’uomo.
Massima cautela dunque nei confronti di una malattia estremamente contagiosa (il contagio avviene per il contatto diretto -anche sulla pelle -, per inalazione o per la puntura di zecche e zanzare) .
Nell’uomo la Tularemia si caratterizza per la febbre alta, sensazione di freddo, forti dolori e debolezza; provocando l’infiammazione acuta dei linfonodi ed ulcerazioni al cavo orale ed agli occhi, che tendono successivamente a diffondersi su tutto il corpo. Si protrae per un periodo di 2 - 3 settimane, ed in caso di mancata cura ha una mortalità nel 7 - 8 % dei casi.