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Emergenza cinghiali. Da nord a sud la caccia non basta


martedì 26 gennaio 2010
    
Torna alla ribalta delle cronache locali l'emergenza cinghiali. In molte regioni italiane  i cinghiali in sovrannumero sono la causa di continue discussioni e tensioni sui metodi utilizzati per arginare la situazione.
 
Ne è un esempio ciò che negli ultimi mesi sta accadendo nel genovese, dove la Polizia Provinciale impegnata nelle complicate operazioni di cattura, ha dovuto affrontare anche le aggressioni da parte dei “fan” del cinghiale Piero e soci, un consistente gruppo di persone che si è strenuamente opposto all'idea che i cinghiali potessero essere soppressi. Pochi giorni fa l'assessore Briano ha sottolineato la necessità di proseguire con tali interventi, oltre che di evitare il foraggiamento da parte della popolazione.

La forte presenza di questi ungulati danneggia soprattutto il settore agricolo. Secondo Coldiretti Marche dal 2005 ad oggi nella regione si sono registrati danni per oltre otto milioni di euro, di questi solo la metà è stato risarcito. L'associazione agricola, in vista delle modifiche alla legge regionale sulla caccia, ha chiesto in tal senso un regolamento  generale per la gestione degli animali selvatici, che sia la stessa per tutte le province, valutando quale debba essere il numero massimo di animali anche in rapporto alla zona in cui si trovano, comprese le aree protette.

La situazione non è certo più rosea in Umbria, dove esiste una concentrazione eccessiva di cinghiali, soprattutto nell'area del Trasimeno. Il consigliere regionale Aldo Tracchegiani ha recentemente posto l'attenzione sulla figura del cacciatore ricordando come la sua proposta di modifica della legge 157/92 lo definisse quale ''tutore del patrimonio faunistico e ambientale e, di conseguenza, responsabile gestore del territorio''. Per la questione cinghiali il consigliere punta ora su una effettiva e proficua collaborazione fra agricoltori, cacciatori ed istituzioni.

Non è immune dal problema cinghiali nemmeno il Lazio. Secondo Gabriel Battistelli, presidente di Coldiretti Viterbo, la situazione è sempre più difficile e non solo per i danni causati ai raccolti. “Siamo ormai di fronte a un autentico problema sociale – ha dichiarato Battistelli -  Il nostro settore è indubbiamente quello che, da anni, paga il  prezzo  più caro per la mancanza di una politica capace di riportare le popolazioni di cinghiali, a una densità sostenibile dal territorio”. Negli nostri uffici – afferma Battistelli - tutti i giorni c’è qualche imprenditore agricolo che si dispera per i danni ricevuti accusando le pubbliche amministrazioni di immobilismo di fronte di questo annoso problema che, al contrario di ciò che viene da qualcuno sostenuto, è costante e persino in aumento”. La Coldiretti qui come altrove, ha rinnovato l'appello a Provincia,  Regione e agli Enti Parco affinché si ricerchi e si trovi, anche attraverso protocolli tecnici come per la riserva naturale di Tuscania, una efficace soluzione a questa emergenza, sottolineando come tale situazione porti ad un progressivo impoverimento delle risorse finanziarie che invece potrebbero essere destinate allo sviluppo e alla tutela dei territori rurali.
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8 commenti finora...

Re:Emergenza cinghiali. Da nord a sud la caccia non basta

cavolo in questi miei 45 anni di caccia , di stupidate ne ho sentite tante, ma quella descritta da frinboliere, mi mancava. Complimenti per lo scup.

da elia 27/01/2010 9.38

Re:Emergenza cinghiali. Da nord a sud la caccia non basta

cavolo in questi miei 45 anni di caccia , di stupidate ne ho sentite tante, ma quella descritta da frinboliere, mi mancava. Complimenti per lo scup.

da elia 27/01/2010 9.38

Re:Emergenza cinghiali. Da nord a sud la caccia non basta

Cncn: un emendamento ci allinea alla normativa europea pubblicato il: 26/01/2010 Il Cncn ha commentato positivamente l'approvazione dell'emendamento proposto dal senatore Giacomo Santini (Pdl) alla Commissione politiche europee: "L'emendamento del senatore Santini riporta l'Italia sullo stesso piano degli altri Paesi europei, nei quali il mondo venatorio non subisce gli attacchi emotivi degli ambientalisti del "no a priori", ma è oggetto di una discussione scientifica. L'emendamento in discussione, sottoscritto anche da Udc e Lega e votato in modo bipartisan, è stato accusato di dare la possibilità ai cacciatori di sparare tutto l'anno. In realtà, rende possibile la modifica ai calendari venatori solo nei termini e nei limiti della legge europea, la quale dà preminenza a un criterio ecologico scientifico dell'ambiente (differenti periodi di migrazione delle differenti specie) a discapito di quello burocratico (calendario fisso). Ciò andrebbe, quindi, a tutelare maggiormente le specie volatili, perché l'attività di prelievo rispetterebbe i loro cicli di vita specifici". Naturalmente, l'approvazione dell'emendamento non è stata presa bene dagli animalisti, che stanno intasando di e-mail i firmatari dell'emendamento. Per questo motivo, il Cncn chiede a tutti i cacciatori e gli appassionati di inviare a loro volta una e-mail di sostegno ai politici coinvolti, facendo così sentire anche la legittima voce del mondo venatorio. Gli indirizzi ai quali far pervenire l'e-mail sono i seguenti: [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected]. E per conoscenza nascosta (CCR) a: [email protected].

da enzo 27/01/2010 0.39

Re:Emergenza cinghiali. Da nord a sud la caccia non basta

concordo con il fatto di aumentare le giornate di caccia a chi paga le tasse per esercitarla, invece di consentire ai "selecontrollori" (che parolona) l'abbattimento nelle riserve o nei parchi, dove si potrebbero visto il numero elevato dei cinghiali effettuare le catture e ripopolare i territori liberi.

da Potenza 1 26/01/2010 21.45

Re:Emergenza cinghiali. Da nord a sud la caccia non basta

bisogna aumentare il periodo della caccia al cinghiale e non farli abbattere alle guardie di notte che poi li vendono. e se un cacciatore spara un cinghiale fuori periodo viene multato poi gli altri cacciano tutto l'hanno.

da bruno 26/01/2010 18.55

Re:Emergenza cinghiali. Da nord a sud la caccia non basta

CHE DIRE.. SI ORGANIZZERANNO COME AL SOLITO ALLE QUALI POTRANNO PARTECIPARE SEMPRE LE SOLITE PERSONE PER POI MAGARI VENDERE GLI ANIMALI ABBATTUTI A QUALCHE RISTORANTINO.. UN BEL APPLAUSO AGLI ORGANIZZATORI.

da TEX 26/01/2010 13.48

Re:Emergenza cinghiali. Da nord a sud la caccia non basta

Siamo alle solite!... I soliti ambientalisti che umanizzano qualsiasi tipo di animale selvatico o non... com'è possibile che lo stato non riesca a mettere un freno a questi ignoranti, senza far capire che l'uomo Ahimè, ha preso il sopravvento su qualsiasi specie e non conviverà mai con un'orso o un lupo predatore di cinghiali... va da se che l'uomo deve intervenire, che piaccia o no... Assurdo Veramente incredibile, non accettare questo!...

da POLLO 26/01/2010 12.22

Re:Emergenza cinghiali. Da nord a sud la caccia non basta

Un eminente scienziato, ex frequentatore assiduo di questo blog, ha dimostrato scientificamente, lo sostiene lui stesso ed avvalendosi delle testimonianze del prof. Reichholf, e di un famoso cacciatore tedesco, certo Happ, che se il cinghiale viene cacciato in ottobre ed inverno, si riprodurrà in misura direttamente proporzionale agli abbattimenti, perché gli individui superstiti, disponendo di maggiore apporto nutritivo, daranno origine a prole più abbondante, incrementando, in questo modo, il loro numero in modo incontrollabile. E’ evidente che il problema cinghiali assume, giorno dopo giorno, misure sempre più drammatiche e dal punto di vista economico, danni all’agricoltura, alla circolazione e da quello sociale, sollevazione di parti ambientaliste contro la deportazione delle bestie e dai lutti arrecati alle famiglie dei cacciatori, vittime della stessa caccia o di coloro che si sono ammalati consumando le carni affette da parassiti nocivi, rischio che, a causa di alcune nuove leggi, è oggi divenuto esponenziale. Per questi motivi è quindi ormai irrinunciabile che la caccia al cinghiale debba essere proibita in modo definitivo. Va però, altresì riconosciuto, assumendo il suddetto principio come modello ecologico, che la caccia ad ogni altro selvatico non debba essere, per contro, interrotta nemmeno periodicamente e quindi esercitata per tutto l’anno e questo nella certezza che, come da scienza provata, si arriverà ad un incremento, mai ottenuto diversamente, di tutta la selvaggina in questione.

da Fromboliere 26/01/2010 12.21