Pubblichiamo di seguito le considerazioni di
Bruno Modugno inviate al Corriere della Sera, in seguito ad un intervento sulla caccia di
Dacia Maraini (che riproponiamo in fondo alla pagina):
Vorrei tentare di rispondere a Dacia Maraini, che nella sua rubrica “Il sale sulla coda” del giorno 26 gennaio si getta a gamba tesa nel dibattito in corso sull’ammodernamento della legge che regolamenta la caccia, vecchia ormai di 15 anni. La legge 157/92 deve fare il tagliando per adeguarsi alla nuova realtà faunistica e ambientale che si è venuta a determinare in Italia dopo l’abbandono dell’agricoltura in collina e nella dorsale appenninica e della conseguente e spesso imbarazzante invasione di nuovi e vecchi protagonisti come cinghiali, mufloni, cervi, caprioli e daini. Premetto che amo molto Dacia Maraini come persona e come scrittrice.
Ho conosciuto assai bene suo padre Fosco, uomo-avventura, antropologo e documentarista che considero un mio maestro in molte delle discipline che vivo e che mi danno da vivere. Ma non posso passare sotto silenzio quanto la signora Maraini afferma, come persona non informata dei fatti, dando voce e spazio ai suoi “amici” della Lipu, degli Amici della Terra, Fare Verde, Lac, Lav e Legambiente che secondo lei si stanno battendo “per portare l’Italia dentro una giusta legislazione venatoria”. Da circa 30 anni i suoi amici, con almeno una ventina di referendum nazionali e regionali (tutti inesorabilmente persi) e con la loro attività stanno semplicemente cercando di abolire…la caccia.
Unica eccezione, forse, Legambiente che con i cacciatori ha da qualche tempo condiviso la nuova filosofia di gestione della fauna selvatica. Quello che con fatica il senatore Orsi, relatore del nuovo progetto di legge, sta tentando di fare è modernizzare una regolamentazione che non risponde più alle nuove esigenze. Dacia parla di adeguamento della legge all’Europa. Quale Europa? Quella dove si caccia l’orso, il lupo, lo stambecco, il gallo cedrone, la lince, l’oca che da noi sono specie particolarmente protette? Dove si caccia la martora e l’ermellino? Dove si caccia il colombaccio tutto l’anno e il gallo forcello e la beccaccia durante il periodo degli amori? O quell’altra Europa mediterranea dove si cacciano tordi, cesene e acquatici per tutto febbraio, e addirittura le quaglie a mare nel mese di aprile, o i colombacci con le reti e i caprioli in battuta con i cani da seguita? Come si fa a pretendere un unico calendario europeo in un continente, diverso come ambiente, clima, colture, che va dal Circolo Polare Artico fino all’Africa, quando già è difficile nel nostro Paese compilarne uno uguale per tutti dalle Alpi a Lampedusa? Quindi, gentile Dacia. Prima di esprimersi in maniera così apodittica, dopo aver sentito gli umori e i pareri dei suoi “amici” anticaccia, si informi anche presso i suoi “nemici” cacciatori. Non sono gentaglia, ma persone dalla fedina penale pulita e spesso appassionatamente informati.
Con la mia ammirazione di sempre.
Bruno Modugno
Ecco l'articolo di Dacia Maraini apparso sul Corriere della Sera di oggi (26 gennaio 2010), pag. 41
Quei (giusti) limiti alla libertà di caccia
Il Parlamento, da un pò di tempo a questa parte, sembra essere diventato il luogo dove si fanno delle incursioni per fare approvare leggi di interesse privato. Senza una discussione comune, senza consultare chi conosce e pratica la materia, si fa votare una legge, se possibile di soppiatto e con tante clausole che confondono le idee, approfittando della distrazione generale. Così è successo con la privatizzazione dell'acqua. Ora sta succedendo con le licenze di caccia.
L'Europa stabilisce dei limiti che regolano i periodi di caccia, tenendo conto delle necessità di riproduzione, di migrazione e di nidificazione per gli uccelli. Ma ad alcuni cacciatori italiani questi limiti appaiono delle ingiuste vessazioni. Essi vogliono avere le mani libere e sparare quando dicono loro, infischiandose delle regole europee e di qualsiasi rispetto per il ciclo produttivo degli animali.
L'argomento principe è che l'uomo è cacciatore fin dai primordi, che come tale ha un ottimo rapporto con l'ambiente, che uccide solo gli animali che provocano danni come i cinghiali moltiplicatisi negli ultimi anni. Ma sono luoghi comuni menzonieri. Se la caccia riguardasse solo i cinghiali, perchè chiederebbero di eliminare le protezioni sugli uccelli migratori? E perchè chiederebbero di cacciare anche durante i mesi di riproduzione e quando il gelo spinge i poveri animali a uscire fuori per cercare cibo, approfittando del momento più vulnerabile e critico della loro vita?
Ricordiamo che le foreste sono in via di estinzione, gli animali rari stanno scomparendo, le bestie selvatiche sono in pericolo. Il rapporto cacciaotre preda, che aveva qualcosa du poetico ai tempi delle grandi camminate e dei fucili da un colpo solo, è diventato totalmente impari. Da una parte c'è il cacciatore con armi sempre più sofisticate e precise, micidiali strumenti di morte e dall'altra parte c'è un animale indifeso che non sa dove nascondersi perchè ormai è tutto in mano all'uomo e al suo controllo.
"Il senatore Pdl Giacomo Santini ha riproposto la cancellazione dei limiti alla stagione venatoria, attualmente contenuta fra il primo settembre e il 31 gennaio, che aggraverà lo stato di infrazione comunitaria in cui l'Italia vessa da anni..." scrivono gli amici della Lipu, gli Amici della Terra, Fare Verde, Lac, Lav, Legambiente e tante altre associazioni che si stanno battendo per portare l'Italia dentro una giusta legislazione venatoria. Con loro sta la maggior parte del Paese. Secondo un sondaggio Ipsos, infatti l'86% degli iataliani dice no al prolungamento della stagione venatoria, il 94% alla caccia a 16 anni, il 91% all'aumento delle specie cacciabili, il 93% alla caccia agli uccelli migratori, l'89% alla caccia nei parchi.
La cosa curiosa è che lo stesso Santini, dopo le proteste di tutta l'Italia, aveva ritirato il proprio emendamento, presentandone un secondo. Ma ora sembra ci abbia ripensato e torna a prospettare un progetto per eliminare ogni limite alla libertà di caccia. Da sottolineare che la Commissione Senato ha chiesto un parere all'Ispra e avendolo avuto negativo, l'ha totalmente ignorato. Sono atteggiamenti da Paese civile?
Dacia Maraini