Lo chiedono in un comunicato stampa diretto alla Provincia di Venezia, alle associazioni venatorie e agli organi di stampa, i membri dell'Associazione provinciale Cacciatori Veneti, stanchi di non vedersi riconosciuti i meriti di una gestione responsabile del territorio, a difesa degli interessi di tutti, a partire da quelli dell'agricoltura.
Di fronte al continuo svilimento dell’immagine del cacciatore italiano “che nessuno si preoccupa di difendere e quindi continuamente preda di contestazioni anche a sfondo etico-morale” - i cacciatori veneti si chiedono il motivo di tale dispendio di tempo e denaro per far fronte ad un problema che ne crea a sua volta di altri.
Sparare per canali e fiumi anche oltre il tramonto nei periodi primaverili è per esempio fonte di disturbo per tutta la fauna acquatica. “Non dimentichiamoci – sostiene l'associazione - che i fiumi in primavera pullulano ad esempio di germani reali che depongono le uova. Non vorremmo che per risolvere il problema nutrie, il prossimo anno ci trovassimo con meno anatre da incarnierare”. Le nutrie non sono poi l'unica specie tra quelle cosiddette “nocive”. “Volpi e corvidi aumentano sempre più e le esigue battute concesse non sono affatto sufficienti a debellare questo fenomeno che invece è in continua crescita”.
Se poi si aggiunge la considerazione etica che in questo caso il cacciatore non si nutre dell'animale abbattuto, risulta impossibile trovare un valido motivo per cacciare questi animali. “Forse per i 3 euro a nutria da devolvere all’Ambito che magari farà un lancio di selvaggina pronta caccia in più, alimentando ulteriormente le volpi del cui problema nessuno sembra occuparsene? No! pesando i pro ed i contro non ci pare affatto un valido motivo” affermano i cacciatori veneti.
E' così che l'associazione chiede a tutti i soggetti interessati (Provincia, Atc, agricoltori) “una comunione d’intenti ove tutti, quindi stavolta anche i cacciatori, possano beneficiare del servizio gratuito che svolgono a beneficio dell’intera collettività”. Magari prima risolvere il problema nutrie, pensando piuttosto a volpi e corvidi attraverso progetti seri ed incisivi. Compito dell'amministrazione provinciale è poi quello di spiegare bene, attraverso la stampa, “l'importante servizio gratuito offerto dai cacciatori in maniera tale da informare correttamente l’opinione pubblica che altrimenti rimane sempre in balia delle ideologie animal-ambientaliste che nulla propongono e nulla risolvono”.
"Detto questo - conclude l'associazione venatoria - lasciamo sicuramente liberi i cacciatori di decidere se partecipare o meno a queste battute, invitandoli però a valutare anche le riflessioni suesposte avanzate da moltissimi loro colleghi e nel contempo chiediamo alla Provincia di attivarsi alacremente per risolvere anche i problemi che affliggono più in particolare la nostra categoria che a quanto pare, almeno per il problema nutrie, sembra diventata improvvisamente e, come il solito purtroppo, troppo silenziosamente, importante per tutti".