Riceviamo e pubblichiamo:
Il Comitato Nazionale Caccia e Natura, nell’appoggiare il lavoro del Senato che ha approvato oggi l’articolo 38 della Legge Comunitaria in materia di Caccia, puntualizza che:
C’è stata una mediazione democratica, l’articolo introdotto si rifà parola per parola all’enunciato della norma europea (che rimane la cornice fondamentale a cui fare riferimento), si tratta del recepimento di una direttiva europea condivisa con BirdLife International, e infine sono state inserite ulteriori garanzie tramite il parere dell’Ispra. Come si può considerare una ‘deregulation’ un provvedimento con queste caratteristiche?
Infatti le modifiche ai calendari venatori potranno essere apportate SOLO ED ESCLUSIVAMENTE nell’ambito dei dettami della “Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della direttiva 79/409/cee sulla conservazione degli uccelli selvatici” elaborata dalla Commissione Europea dopo il via libera del mondo venatorio attraverso la FACE (Federazione delle Associazioni della Caccia e per la Conservazione della Fauna Selvatica) e con la condivisione del mondo animalista più evoluto attraverso BIRDLIFE International, rappresentata in Italia da Lipu e presente in più di 100 paesi in tutto il mondo.
Di fatto con questa modifica si dà la possibilità alle Regioni, previo parere dell’Ispra che rimane garante dei provvedimenti, di apportare modifiche ai calendari venatori ESCLUSIVAMENTE per MOTIVATE RAGIONI AMBIENTALI, ragioni esplicitate nell’articolo 9 della direttiva europea “Uccelli” n. 79/409/cee che, insieme alla suddetta “Guida interpretativa”, rimangono i punti di riferimento fondamentali e vincolanti di questo emendamento.
Per chiarezza riportiamo i casi in cui si potranno apportare modifiche ai calendari venatori citando direttamente dal suddetto art. 9 lett. a:
- nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica
- nell’interesse della sicurezza aerea
- per prevenire gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca e alle acque
- per la protezione della flora e della fauna
Infatti i calendari si adegueranno ai diversi periodi di migrazioni delle differenti specie, facendo delle distinzioni basate su studi riconosciuti e non inserendo tutta la fauna indistintamente in un’unica finestra temporale.
La “Guida” europea suddetta è frutto di studi scientifici e di una collaborazione, cosa che in Italia rimane un sogno, tra cacciatori e ambientalisti e NON PERMETTE ASSOLUTAMENTE LA CACCIA TUTTO L’ANNO come in molti hanno invece voluto far credere per inserire un violento attacco emotivo in un dibattito che dovrebbe avere toni più seri e scientifici.
In questo modo dovrebbe essere chiaro, a chi non è ideologicamente schierato, che le modifiche apportate NON SONO ASSOLUTAMENTE in contrasto con la normativa europea, bensì la supportano e adeguano ad essa quella italiana. Negli appelli diffusi dagli ambientalisti nostrani, che nonostante i toni belligeranti e offensivi sono stati comunque letti e considerati al contrario di quanto essi facciano di solito con le ragioni dei cacciatori, si parla sempre di Europa ma non si fanno mai esempi concreti. Andiamo a vedere insieme quali sono i calendari di Francia, Germania o Spagna e poi vedremo se la normativa italiana – anche con questa ultima modifica – non è quella più restrittiva e quindi garantista per la fauna locale e migratoria.