In queste ore Repubblica ha dato il via ad un meschino attacco alla caccia, grazie a due blog lanciati dal solito Antonio Cianciullo, che invita gli italiani ad inviare foto e testimonianze per dire "no alla caccia selvaggia". Il riferimento è all'approvazione della norma che permette alle regioni di regolare il prelievo delle diverse specie in base a criteri biologici, proprio come stabilito dalla Direttiva comunitaria 79/409/Cee.
Ma per Cianciullo, che forse mira a colpire gli animi di chi si affaccia sul sito di Repubblica ignorando di cosa si stia parlando, (perchè Repubblica si guarda bene da spiegarlo), sintetizza così la questione: "il Senato ha votato una legge che fa saltare le date di apertura e chiusura della stagione venatoria".
E poi rincara la dose, qualificando il proprio intervento: "nove italiani su dieci non vogliono che i cacciatori sparino in piena estate, quando i boschi e le campagne sono pieni di famiglie, di bambini, di turisti, né che si uccidano gli uccelli migratori che volano verso la riproduzione interrompendo il ciclo della vita. Sembra una semplice dichiarazione di buon senso. Ma il Senato ha votato una legge che nega questo elementare buon senso facendo saltare le date di apertura (primo settembre) e chiusura (31 gennaio) della caccia e affidando il calendario venatorio alle Regioni".
Cianciullo questa volta ha superato ogni limite ma il suo appello rischia di essere un grosso buco nell'acqua. Decine di cittadini stanno infatti inviando commenti di protesta contro le falsità espresse dal giornalista. Sono infatti più gli interventi che smascherano il tentativo di travisare la realtà di Cianciullo, rispetto a quelli a favore.
C'è per esempio chi ricorda che su oltre il 50 per cento del territorio italiano la caccia è proibita, quindi nè ora ne tantomeno con questa modifica, la caccia potrà mai in Italia costituire un problema per le specie selvatiche. Forse se c'è un motivo di sofferenza per qualche specie non è da ricercare in un'attività come la caccia, il cui impatto per altro tutti considerano sempre meno determinante (visto che non mancano mai di menzionare quanto il numero dei praticanti sia in continuo declino).
Un invito a tutti i cacciatori: andate sul sito di Repubblica e dite la vostra!
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