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Un primo passo verso l’equiparazione delle modalità di gestione della fauna selvatica in Italia a quelle già in essere nel resto d’Europa". Così il presidente nazionale della Confavi, Maria Cristina Caretta commenta l'approvazione del Senato della norma che - scrive - introduce nel nostro Paese il concetto di gestione faunistica per periodi e per specie.
Come espresso dalle altre associazioni venatorie nazionali, anche per Confavi, "questo non significa caccia aperta tutto il tempo dell’anno come erroneamente è stato affermato da qualcuno che parla senza conoscere la materia", "l’Unione europea - spiega ancora la Caretta - attraverso la Direttiva comunitaria 409/79 non fissa date prestabilite per l’apertura e la chiusura dell’attività venatoria ma affida agli Stati membri il compito di gestire correttamente la fauna selvatica in base alle diverse condizioni ambientali e climatiche nel rispetto degli usi, costumi e tradizioni locali".
Più nel dettaglio, "l’art. 7 della Direttiva CEE 409/79 - ribadisce il Presidente di Confavi - sancisce per tutti gli Stati membri l’inderogabile divieto di esercizio dell’attività venatoria durante il periodo della riproduzione e della nidificazione delle specie selvatiche della dipendenza della prole dai genitori e, per quanto riguarda le specie migratorie il divieto di caccia durante il periodo di ritorno ai luoghi di nidificazione. Fermo restando il rispetto di questi principi fondamentali ogni Stato membro può decidere autonomamente le aperture e chiusure differenziate per ogni singola specie".
"Ci auguriamo - conclude la Caretta - che l’atto di responsabile obiettività dimostrata al Senato della Repubblica venga quanto prima confermato alla Camera dei Deputati per dare esecutività a questo primo passo di un percorso che porterà l’Italia a dotarsi di una normativa in linea con l’Unione europea.