In attesa che il testo della Comunitaria sia messo al voto anche alla Camera, i media hanno scatenato la solita bagarre riportando testualmente la versione catastrofista delle associazioni ambientaliste sulle possibili applicazioni delle disposizioni approvate in Senato. Così da alcuni giorni si è dato inizio ad un martellamento mediatico spropositato, di modo che a nessuno potessero sfuggire le ripetute immagini di spari e animali senza vita, o espressioni come “caccia tutto l'anno”, “caccia selvaggia”, “deregulation venatoria” accompagnate da visioni apocalittiche.
Come quella che mette in discussione la tranquillità dei turisti nei luoghi di vacanza preferiti, paventando il rischio di venire colpiti da una rosa di pallini o quella che parla della distruzione delle specie migratorie protette per l'apertura – si è detto – della caccia in deroga anche nei periodi di riproduzione. Niente di più falso e di più populista. Nulla di tutto questo corrisponde alla verità, ma agli organi di informazione, o a molti di essi, non importa.
Quello che conta è mostrare le immagini di decine di attivisti animalisti (ripresi in modo che sembrassero molti di più) che festeggiano la fine della caccia e protestano vivamente contro questo ultimo "affronto alla natura" e portare il tutto a un mero scontro tra “buoni” e “cattivi”, preconfezionando un'opinione, inculcata a forza di percentuali estratte da sondaggi commissionati tempo fa dalle stesse associazioni ambientaliste.
“Gli italiani sono contrari alla caccia” viene detto agli stessi italiani. A sostegno di questa risoluta affermazione si portano percentuali in continua variazione: 70 per cento, 98 per cento, 87 per cento. Non importa quale sia quella più attendibile o come siano state fatte le domande, non importa conoscere nel dettaglio le analisi del campione intervistato, l'importante è che sia un numero alto.
Non è nemmeno pertinente, pare, riportare l'opinione dei cacciatori, o di chi ha portato avanti queste disposizioni in Parlamento, o sentire le organizzazioni venatorie, figuriamoci poi, se è minimamente rilevante spiegare cosa, nello specifico, prevede la norma approvata.
Ora, finita la stagione venatoria 2009 - 2010, sappiamo che gli anticaccia si scateneranno sui bilanci degli incidenti venatoria, dando il via ad una macabra gara al rialzo e portando numeri enormemente gonfiati e che questi saranno puntualmente divulgati dalla stampa. Il tutto per annientare il nemico - la caccia - e insieme a lei, la verità e il rispetto per una equa informazione.