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Qualcuno voleva scatenare un gran putiferio e ci è riuscito. In Italia basta parlare di caccia nemmeno vorremmo dire a favore, ma con mentalità aperta e possibilmente distaccata, che subito si assiste a una levata di scudi tanto più vergognosa quanto più sapientemente orchestrata e sintomo di assoluta incompetenza in materia". Così Anuu Migratoristi interviene nuovamente sulle polemiche alzate al provvedimento votato nella Comunitaria.
Secondo l'associazione venatoria queste immediate reazioni sottolineano la volontà di confondere le idee di un'opinione pubblica che non conosce le tematiche in questione e che si ferma alla solita questione “caccia sì – caccia no” (piatto d’argento per chi si diletta di sondaggi), così che chi dovrebbe fare informazione "innanzitutto documentandosi e poi offrendo spazi anche alle voci dissonanti da questo coro bene orchestrato" non lo fa , cercando di colpire solo il lato emotivo delle questioni.
La parata “dell'apriorismo” per mestiere vede impegnati ambientalisti e animalisti vari ma anche giornalisti e redazioni di grandi quotidiani come La Repubblica e Il Giornale, personaggi politici, tra cui sottolinea il comunicato dell'Anuu “alcune animaliste assai scatenate che non onorano con la dovuta ragionevolezza e cognizione di causa il loro importante ruolo istituzionale quali le Ministre Prestigiacomo e Brambilla” e “pure pregevoli personaggi della cultura e della scienza come Umberto Veronesi, che sul Corriere si è lasciato andare a commoventi invenzioni sui nidi vuoti e sui piccoli rimasti senza cibo per l’uccisione dei genitori, nonché a illazioni sui violenti istinti primordiali di cui i cacciatori sarebbero pervasi. Sarebbe bastato, invece, fermarsi alla prima dichiarazione: “personalmente sono a favore dell’abolizione totale della caccia per questione di principio”, poiché detto ciò tutto quanto ha aggiunto dopo sarebbe diventato inutile, anzi ci avrebbe risparmiato le successive affermazioni insensate e senza alcun fondamento concreto”.
“Tutti poi, ma guarda un po’ qual coincidenza – denuncia Anuu Migratoristi - hanno taciuto sul punto focale del testo licenziato dal Senato: il formale recepimento nell’ordinamento nazionale della Guida interpretativa sulla corretta applicazione, in riferimento alla caccia, dell’arcinota Direttiva “Uccelli”. Una Guida che non ha voluto e approvato Pinco Pallino, bensì la Commissione UE Ambiente, istituendo uno specifico gruppo di lavoro che per tre anni abbondanti vi si è dedicato e del quale fecero parte sia gli ambientalisti (BirdLife International) che i cacciatori (la FACE, Federazione delle Associazioni Venatorie dell’UE)".
"Tale Guida - continua Anuu - pubblicata ufficialmente nel marzo 2009, si fonda in soldoni su criteri e parametri tecnico-scientifici (con un occhio di riguardo per le pronunce della Corte di Giustizia UE accumulatesi negli anni nei confronti di TUTTI i paesi membri) che consentono di individuare una stagione di caccia compatibile con i costumi riproduttivi e migratori delle specie di uccelli contemplate dalla Direttiva stessa". Quindi "l’Italia, se arrivasse anche alla Camera il recepimento formale nella legislazione nazionale di questo documento, sarebbe il primo Stato membro dell’Unione a effettuare quindi un passo in avanti decisivo, altro che indietro!"
Tutto il resto è demagogia e populismo a buon mercato secondo l'associazione, di un'informazione che scandalosamente non ammette repliche o precisazioni. Anche se si registrano alcune voci fuori dal coro, come il giornalista del Corriere Maurizio Donelli che ha cercato di chiarire i termini della vicenda. Ma, sottolinea Anuu, la sua sola voce non basta.
"Consigliamo ai Soloni - conclude Anuu - di andare a verificare durata della stagione venatoria e specie cacciabili negli altri Paesi UE, per rendersi conto di quanto parlino a vanvera. Ma forse basterebbe ridurre il tutto a semplicissima malafede per una bieca questione di interessi, altro che tutela della fauna selvatica… Speriamo che, prima o dopo, una seria e approfondita, nonché divulgata, indagine parlamentare faccia un po’ di luce nel buio sottobosco dell’animalismo italiano e forse qualcuno dovrà ricredersi".