“Nessuno ha capito che la norma approvata è riduttiva ed è penalizzante per i cacciatori”, così Caccia Ambiente interviene sulle modifiche approvate in Senato all'articolo 18 della legge 157/92. Secondo il partito si sta assistendo ad un “teatrino” opera di un grande scenografo non meglio precisato, per cui in tutta Italia si sta diffondendo la convinzione che questa norma consentirebbe una deregulation venatoria, mentre in realtà sarebbe esattamente il contrario.
La spiegazione si trova, secondo Caccia Ambiente nel fatto che nel 2008, quando lo stesso emendamento fu presentato per la prima volta (e bocciato per le assenze di alcuni parlamentari del Pdl e il voto contrario del centro sinistra) venne definito “anti-caccia“, ma soprattutto fu qualificato come provvedimento “…che se approvato avrebbe penalizzato ingiustificatamente l’attività venatoria in Italia…”.
Secondo Caccia Ambiente garantire la tutela degli uccelli mai potrebbe significare allungarne i periodi di caccia, ma solo restringerli. Cosa che per esempio succederebbe per la quaglia "perchè in Italia, a settembre, ci troviamo ancora ..nel periodo di nidificazione e durante le fasi di riproduzione..” o al tordo e alla beccaccia perché a gennaio siamo nella fase del “..durante il ritorno al luogo di nidificazione..”.
Se cose stanno in questi termini – analizza il partito Caccia Ambiente - si spiega perché a maggio 2008 la presidente della Confavi espresse soddisfazione per la decisione del Governo, e definì il provvedimento “anticaccia”.
"Perché dunque – torna a chiedere Caccia Ambiente - quasi tutte le associazioni venatorie esprimono il loro assenso? E perché dette associazioni, che guarda caso hanno deciso di non aderire alla manifestazione del 9 marzo, nel maggio 2008 gridavano allo ”scampato pericolo“? Perché due ministri della Repubblica, notoriamente anticaccia, ne chiedono l’immediata modifica?".
Una delle risposte, secondo Caccia Ambiente sta nel fatto che in campagna elettorale, “bisogna raccogliere voti anche tra i cacciatori", ma senza turbare gli anticaccia. Perché allora - chiede ancora “non lanciare una campagna mediatica” lasciando intendere che questo governo ha approvato una norma che allunga i tempi di caccia?”. “Se poi aggiungiamo due ministri anticaccia (in tal senso “imbeccati”) che si lamentano e sbraitano sull’operato del governo di cui fanno parte si comprende, finalmente, chi è il regista, chi sono gli attori/burattini e qual è la trama di cui parlavamo all’inizio” conclude Caccia Ambiente.
Lasciamo ai nostri lettori trarre le opportune considerazioni valutando la validità dell'emendamento approvato, rispetto agli strumenti messi a disposizione dall'unione Europea (Direttiva Uccelli e la relativa Guida Interpretativa).