La scorsa domenica un capanno d'osservazione del Centro Studi Naturalistici Onlus di Manfredonia, ricadente in un'area Wwf (Sic e Zps) di recente istituzione nel perimetro del Parco Nazionale del Gargano, pare sia stato incendiato dolosamente. Secondo Enzo Rizzi, del Centro Naturalistico si tratterrebbe di "un'azione intimidatoria collegata con la costituzione della nuova oasi Wwf e alla chiusura della caccia avvenuta domenica scorsa".
Un collegamento pericoloso che potrebbe far pensare ad una correlazione con la caccia lecitamente praticata, che invece risulta totalmente estranea anche rispetto alle conclusioni tratte da Rizzi "È evidente che i bracconieri interessati alla zona sono irritati per questa scelta strategica di conservazione della natura" e come sottoscritto Non una novità, purtroppo”. “Non è il primo attacco – ha confermato Fulco Pratesi, presidente onorario Wwf Italia – che bracconieri sferrano contro le oasi del Wwf, ottenendo però l'unico risultato di far accrescere il malanimo della popolazione contro questa piccola ma arrogante minoranza".
I riferimenti all'attività venatoria, pur parlando di azioni illecite, sono però continui nelle dichiarazioni dei rappresentanti del Wwf, tanto che, si evince dalle stesse, che per l'associazione questo attentato è anche “la prova della concretezza e della bontà della scelta di inserire Lago Salso nel sistema delle oasi Wwf”, nonché l'occasione per chiedere l'istituzione di un comando del Corpo forestale dello Stato per incrementare la vigilanza. L'occasione è buona anche per parlare dell'approvazione al Senato della norma sui limiti della stagione venatoria, ribadendo il concetto di "caccia selvaggia per tutto l’anno", o per ricordare che i cacciatori hanno il diritto di entrare nelle proprietà private per cacciare, per poi chiudere con l'invito diretto ai politici di confrontarsi con l'idea che "l’85 % degli italiani che sono contrari alla caccia".