L'appello degli agricoltori marchigiani non è rimasto inascoltato. L'assessore regionale all'agricoltura Paolo Petrini ieri ha invitato le amministrazioni provinciali e i gestori delle aree protette al fine di definire i Piani di abbattimento degli ungulati e procedere ad una immediata attivazione. L'obiettivo è quello di ridurre a un livello accettabile i danni causati soprattutto dai cinghiali, che durante lo scorso anno hanno raggiunto quota 2 milioni di euro.
“La selezione - spiega la Regione in un comunicato - dovrà avvenire tra il 15 febbraio e il 31 marzo 2010. Le Province invieranno alla Regione la calendarizzazione dei Piani, la zonizzazione dei territori, il numero dei capi da sopprimere e i risultati ottenuti”. “Province e Aree protette – inoltre - dovranno coordinarsi per raggiungere il controllo numerico della popolazione nei territori di rispettiva competenza”.
Il provvedimento tenta di superare una situazione di emergenza segnalata oltre che dagli agricoltori, da sindaci e cittadini: “nell'ultimo triennio – spiega ancora la nota della regione - i danni causati dalla fauna selvatica all'agricoltura hanno subito un forte incremento. La causa principale va attribuita alla crescita demografica dei cinghiali; specie che arreca, da sola ' secondo le stime piu` attendibili ' l'80 per cento dei danni all'agricoltura e il 40 per cento degli incidenti stradali".
Secondo la Regione l'impennata sarebbe determinata anche da una non corretta metodologia del prelievo venatorio applicato. A pochi giorni dalla chiusura della caccia, nonostante le sei ulteriori giornate concesse al calendario venatorio 2009/2010, continuano a pervenire le segnalazioni. Per questo "la Giunta regionale ha ritenuto necessario prevedere un Piano di contenimento straordinario, che Province e Aree protette dovranno attivare prima dell'imminente arrivo della stagione produttiva agricola: epoca in cui si manifestano maggiormente i danni determinati dagli ungulati alle coltivazioni e alla circolazione stradale”.