Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo approfitta dell'invito di Vespa a Porta a Porta per rilanciare vecchie e nuove accuse verso l'articolo 38 approvato dal Senato. ''C'e' stato un blitz – spiega il ministro - perchè avevamo concordato il testo dell'emendamento discusso poi di notte e ''con un colpo di mano si e' modificato il testo producendone uno con un significato opposto, ed e' stato fatto in malafede''.
Come poi ripreso anche da Osvaldo Veneziano, la Prestigiacomo si appella alla presunta incostituzionalità del provvedimento: "è vero che la caccia è di competenza delle Regioni, ma la tutela dell'ecosistema e dell'ambiente è dello Stato e non si può derogare dalla legge quadro". Il ministro insiste poi sulla necessità di sottoporre le deroghe regionali al parere “vincolante” dell'Ispra, sostituendo la parola al termine “obbligatorio”, come attualmente appare nel testo. Perchè in questo modo – utilizzando il termine “obbligatorio”, spiega il Ministro - “le Regioni possono anche soprassedere al parere dell'Ispra.
Ma la Prestigiacomo svela tutte le sue carte quando ammette di essere personalmente contraria alla caccia, definendola “una barbarie culturale”, e sottolineando che “l'80% degli italiani e' contraria, non la vuole''.''La caccia - prosegue Prestigiacomo - ha una funzione ecologica solo per calmierare le specie che possono nuocere all'agricoltura e all'uomo: solo in quest'ottica si puo' concepire la caccia e non certo per divertimento''.
(Ansa)