La Liguria negli ultimi anni ha visto crescere in maniera consistente il numero degli ungulati sul proprio territorio. Cinghiali, daini, mufloni e cervi sono una calamità naturale perchè causa di svariati migliaia di euro di danni e un pericolo sulle strade, ma allo stesso tempo possono costituire anche un'importante risorsa economica.
Ad affermarlo è l'assessore all'agricoltura Giancarlo Cassini, il quale vede nelle nuove colonizzazioni della selvaggina un fenomeno governabile attraverso gli abbattimenti e una importante riserva di carne, capace di dare un nuovo impulso all'economia. Tutto ciò, sostiene Cassini, a patto che si modifichi la normativa nazionale. “Oggi ci sono vincoli troppo forti sulla caccia – dichiara – concepiti quando gli ungulati non avevano questa diffusione e i problemi erano diversi”.
Naturalmente non tutti sono d'accordo. La capogruppo dei Verdi in consiglio regionale Cristina Morelli, ha subito detto la sua sugli abbattimenti: ''siamo assolutamente contrari. Esistono misure incruente che sono efficaci e che noi abbiamo proposto da tempo, come aprire percorsi perche' i cinghiali non vengano in citta', vietare la distribuzione di cibo, le recinzioni, anche la sterilizzazione temporanea''.
Soluzioni secondo noi che non rispondono alle esigenze del territorio e della società ma soltanto a quelle degli animalisti. Certamente non si escludono altre soluzioni all'abbattimento, come ha replicato l'assessore: ''esistono diversi mezzi per governare il fenomeno – ha detto - bisogna considerarli tutti e adottare i piu' efficaci nella nostra situazione, evitando gli estremismi. E credo che si possano trovare soluzioni condivise. Tra gli ambientalisti ci sono persone equilibrate, c'è chi dice 'sono per l'ambiente' e non sono contro la caccia e basta'''.