Il senatore Franco Orsi a Porta a Porta ha avuto modo di spiegare ai telespettatori italiani i contenuti del menzionatissimo articolo 38 della Comunitaria, con grande semplicità ed efficacia comunicativa. “L'unione europea impone di organizzare il prelievo venatorio in funzione della biologia delle specie. Nell'arco dell'anno, infatti, ogni specie ha periodi di grave fragilità nei quali è necessario e opportuno chiudere l'attività venatoria”. In Italia, ha ricordato Orsi “abbiamo un calendario politico secondo il quale si va a caccia, di tutto, dal primo settembre al 31 gennaio”.
Un sistema che non rispetta la direttiva 79/409/Cee che invece “chiede di armonizzare l'attività venatoria in funzione della biologia delle specie”. Con la presentazione dell'articolo 43 (ex 38) della Comunitaria, ora alla Camera, secondo il senatore recepiremo una norma già applicata in Spagna, Francia, Grecia, per la quale, in base a studi scientifici differenziati per ogni singola specie, si stabilisce la vera compatibilità della caccia in un determinato periodo.
La mistificazione effettuata finora da molte, troppe voci del mondo ambientalista e talvolta politico, è lampante quando si va a notare che per esempio, come ricorda Orsi “in questi paesi alcune delle specie vengono cacciate fino al 20 febbraio mentre altre che in Italia sono cacciate fino al 31 gennaio, lì vengono invece cacciate fino al 20 dicembre.
“L'effetto dell'emendamento al Senato – ricorda ancora Orsi dichiarandosi -, comporterà che alcune specie avranno 10 – 20 giorni di caccia non in più, ma spostata verso febbraio, mentre altre specie avranno qualche giorno di meno”.
“Siccome siamo tutti interessati, perchè questo è il futuro della caccia, alla scientificità della programmazione della caccia”, ha spiegato Orsi “se il ministro dell'Ambiente ritiene di imporre alla Camera che il parere dell'Ispra diventi vincolante, riservandosi il diritto di approvare definitivamente gli studi biologici necessari per poter muovere i calendari operati dalle regioni, credo che sia ragionevole, del resto così avviene anche in Francia.
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