Caccia Ambiente torna a rimarcare l'allarme per l' istituzione di 4 nuove aree protette in Sicilia a fine marzo nelle seguenti aree: Pantelleria, Egadi, isole Eolie e Iblei. Una decisione assunta in questi giorni dal Ministero dell'Ambiente durante un incontro con i vertici della Regione Siciliana, i sindaci dei comuni interessati e i presidenti della Provincia di Siracusa, Ragusa e Catania. La proposta pare stia trovando il consenso di gran parte dei dirigenti locali che vedono nelle aree protette un'opportunità di sviluppo.
Il Patito Politico Caccia Ambiente ricorda che da tempo ha segnalato l’eccessivo numero di aree protette in Sicilia esortando un anno fa l’Assessorato agricoltura e foreste ad un recupero di parte del territorio da restituire all’attività venatoria. A tal fine si chiedeva di ristabilire le percentuali massime del 30% di territorio ai fini di un adeguamento alla legge regionale 33/97.
“Il territorio Siciliano – osserva Caccia Ambiente - vocato ad un intenso sfruttamento agricolo – pastorale per le sue peculiarità orografiche contiene già di per sé dei “confini naturali” oltre i quali l’intervento dell’uomo è di per sé limitato ed è storicamente ben strutturato. La formalizzazione di più ampi e vincolanti confini non porterebbe più vantaggiose protezioni ambientali, in quanto già presenti ed operative nella cultura e nella professionalità della nostra gente. Il nostro territorio dell’isola è fra i più conservati e salvaguardati in Italia, senza che per questo sia stato necessario il vincolo di qualsivoglia “area protetta”.
Al contrario l’istituzione formale di un “parco” porterebbe alla limitazione di alcune attività agricole ed artigianali e di tutte le rarità agricole ormai riconosciute in tutto il mondo. A difesa del territorio e alla sua valorizzazione - per Caccia Ambiente - sono sufficienti l’opera delle Aziende Forestali Demaniali, i vari parchi naturali che le varie Amministrazioni locali hanno nel tempo istituito e il sincero rispetto che i siciliani portano verso la propria terra”.