Salutando con favore il tentativo di applicare anche in Italia il concetto delle
cacce per periodi e per specie, l'onorevole Sergio Berlato lancia un allarme: “il compromesso pasticciato uscito dall’aula del Senato ha largamente stravolto il senso e l’utilizzabilità del testo uscito dalla Commissione competente, aprendo il varco ad una prevedibile incursione animalista che alla Camera stravolgerà completamente il testo iniziale e fornirà agli anticaccia lo strumento non certo per applicare il concetto delle cacce per periodi e per specie ma per restringere ulteriormente i periodi di caccia in Italia, non nel nome della scienza ma nel nome dell’ideologia”.
Berlato si riferisce al probabile compromesso con il Ministro Stefania Prestigiacomo per cui il parere dell'Ispra potrà diventare, nel testo alla Camera, vincolante rispetto ai calendari regionali. In questo modo, dice Berlato “non potremo sperare nell'adeguamento alle norme comunitarie ma apriremo la breccia attraverso la quale il mondo venatorio subirà ulteriori pesantissime restrizioni”.
Il deputato europeo rivela anche di non aver potuto partecipare alla trasmissione di Porta a Porta perchè tutto era già stato definito, sia nelle partecipazioni che nelle interviste esterne. Questa esclusione, insieme alle voci su un improbabile sondaggio hanno convinto Berlato a considerare il tutto “una squallida marchetta per accreditare un’unica associazione come portavoce del mondo venatorio italiano”.
“Anziché predisporre un testo che ha fornito l’alibi agli anticaccia per gridare allo scandalo - scrive ancora Berlato nella sua nota - perché, secondo loro, i cacciatori italiani vogliono andare a caccia tutto il tempo dell’anno, non era forse il caso di presentare pari pari il testo di modifica che abbiamo presentato in Parlamento, supportato da oltre 843.000 firme certificate di altrettanti cittadini italiani?” Prevedendo un arco temporale ben definito (dalla terza decade di agosto alla terza decade di febbraio) secondo Berlato si sarebbero evitate alcune critiche.
A detta dell'europarlamentare si sta tentando di depotenziare la manifestazione nazionale di Roma del prossimo 9 marzo ed archiviare le restanti modifiche alla 157/92.