Una mattanza. Così la Lac marchigiana definisce la caccia di selezione ai cervidi in atto in provincia di Pesaro e Urbino, paventando stragi immotivate. “La vera ragione per cui si permette di sparare a caprioli e daini – dicono dalla Lac - non ha nulla di scientifico o di emergenziale, ma è semplicemente legata al formidabile “business” economico che ruota attorno a questo tipo di caccia”.
Insomma siamo alle solite. Ladecisione della Provincia sarebbe in realtà una mossa politica per favorire “i cacciatori più facinorosi e sanguinari”. La prova schiacciante per la Lac è che la Provincia quasi annualmente organizza corsi per selecacciatori con relatori di livello nazionale, con "un giro di soldi impressionante". L'aumento dei capi da abbattere, secondo la Lac, non corrisponde ad una situazione emergenziale registrabile in tutta Italia, ma soltanto alla volontà di favorire il business della selvaggina nei ristoranti. Falsi sarebbero dunque i censimenti realizzati con il contributo dei cacciatori e gli allarmi degli agricoltori.
La Lac ritiene scandaloso che la Provincia di Pesaro e Urbino permetta che la caccia di selezione venga perpetrata anche oltre il limite temporale della caccia, fissato al 31 gennaio, prolungandola nei mesi di febbraio, marzo e giugno, soluzione che sarebbe per l'associazione “in aperto contrasto con qualsiasi Direttiva europea”.
Dopo questo quadro catastrofista e a dir poco inesatto, la Lac invita i “cittadini che odiano la caccia e che amano passeggiare in tranquillità ed in pace nei boschi, senza la preoccupazione di vedersi sparare addosso perché scambiati per un capriolo” a far sentire la propria voce alle elezioni regionali penalizzando, si legge nella nota le forze politiche come “il PD, maggioritario in Provincia di Pesaro e Urbino che, grazie a questa politica filo-venatoria, è da sempre considerato come il “partito dei cacciatori”.