“La caccia mi ha permesso di vedere e sentire cose di cui non mi ero mai nemmeno accorta quando vagavo "cieca e sorda" per quegli stessi boschi, prima di diventare cacciatrice”.
Denise Marzi vive a Trieste e fa l’assicuratrice. Alla caccia è arrivata quasi per caso: “tutto è nato quando accompagnai un amico ad un safari di caccia in Africa – ricorda Denise - , quel soggiorno in Zimbabwe mi aprì gli occhi ed il cuore su di un mondo che mi fece provare fin da subito sensazioni fortissime: mi piacevano i preparativi prima di partire per la giornata di caccia, l’emozione e la scarica di adrenalina, ma anche, alla sera, sentire i cacciatori commentare gli eventi della giornata stanchi alla luce del fuoco” .
L'emozione di quell'esperienza è stata talmente forte che tornata a casa non ci ha pensato due volte ad iniziare le pratiche per la licenza di caccia e ad accedere, poco tempo dopo, anche al corso di selecontrollore, vista la forte tradizione triestina per gli ungulati.
“Oggi, - spiega Denise - dopo 5 anni ad alzarmi tutte le domeniche per andare in Slovenia a caccia di fagiani e lepri e qualche sporadica beccaccia quando si ha la fortuna d’incontrarla, provo quelle stesse sensazioni che ebbi modo di provare in Africa” . La caccia all'estero è una scelta quasi obbligata per Denise, che spiega di essere costretta a lasciare la propria regione perchè sta ancora aspettando di entrare nelle liste di assegnazione nella riserva in cui ha fatto richiesta da cinque anni.
Ad accompagnarla in questi “sconfinamenti” c'è il suo fido setter inglese Bob, di due anni e mezzo, con il quale si diletta anche in gare cinofile. Con Bob il carniere passa in secondo piano, racconta Denise, “mi basta poter vedere il suo lavoro per farmi tornare a casa soddisfatta anche senza incarnierare un solo selvatico”.
Come molti cacciatori sanno, non è facile parlare di caccia con chi non la conosce e non la ama. “Spesso mi sono trovata davanti ad un muro di ostinata negazione spiegando ad amici non cacciatori questa mia tardiva passione – racconta Denise - ma sono arrivata alla conclusione che si tratta di qualcosa di profondo che hai o non hai dentro di te, che ti scorre nel sangue insomma, pronto a venir fuori ma difficile da spiegare a parole”.
Un ostacolo che può essere superato parlando della passione venatoria e dell'etica del cacciatore. Alcuni, spiega ancora Denise “sono rimasti anticaccia ma con un atteggiamento più sereno e disponibile al dialogo. Ora se ho qualche racconto di caccia simpatico mi stanno ad ascoltare interessati”.
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