E' il Parlamento la giusta sede per legiferare nell'interesse del Paese e non delle Corporazioni. Osvaldo Veneziano dichiara così la propria contrarietà in merito all'ipotesi di un referendum abrogativo sulla caccia come richiesto dai Verdi. Per il Presidente di Arcicaccia invece "Occorre consolidare e far applicare una normativa equilibrata che questo Paese ha in materia", qual e' la legge 157 del 1992, affinche' il prelievo venatorio "si svolga nei limiti delle normative che tutelano la fauna selvatica che, prima di tutto, e' patrimonio degli italiani".
"Riproporre al paese uno scontro referendario per le provocazioni sconsiderate ed anacronistiche di qualche opportunista che dalla 'politicavenatoria' trae vantaggi personali- conclude il presidente di Arcicaccia e' il peggior danno che si puo' fare all'ambiente e alla fauna".
Un pensiero va anche alla manifestazione di Roma. Intanto la Confagricoltura precisa che "ha dato il proprio patrocinio ma non partecipera'", “anche perchè – viene ricordato - sara' a Montecitorio per la manifestazione a sostegno del settore del tabacco".
Anche nel Pd non piace l'idea di un referendum abrogativo della caccia, definita "sbagliata nel metodo e nel merito” dal capogruppo in commissione ambiente Roberto Della Seta. "Proprio la legge sulla caccia che una parte del centrodestra sta cercando di smantellare - puntualizza il senatore - e' il frutto di un positivo lavoro di collaborazione tra associazioni ambientaliste, associazioni venatorie e organizzazioni agricole". Il referendum, quindi, "cancellerebbe questa esperienza preziosa e andrebbe a riaprire su questo tema una guerra di religione tra opposti fondamentalismi, dannosi per tutti".
Per tutto questo, ribadisce Della Seta, "noi continueremo a impegnarci per sbarrare la strada ai propositi sostenuti da alcuni settori del centrodestra di ritornare ad una caccia senza limiti e regole". Ecco perche', conclude, "non possiamo condividere in questo caso la scelta del referendum".
(Dire)