“I cacciatori di ventiquattro Comuni si concentreranno nel nostro paese. Così hanno deciso, maggioranza e opposizione. Ma non ci arrenderemo, siamo settecento ad avere il porto d’armi e faremo sentire la nostra voce”.
Così commenta il nuovo regolamento votato dal consiglio provinciale il capo caccia Antonio Piras, di Villacidro (VS, Medio Campidano, in Sardegna), per mestiere macellaio e votato alla caccia grossa.
Si tratta di una discriminazione nei confronti dei cacciatori, considerati talvolta un problema soprattutto in campagna elettorale. “I candidati perdono il quaranta per cento dei voti se si dichiarano cacciatori? E allora non voteremo, anzi proprio non andremo al seggio”, commenta Piras che sta portando avanti una raccolta di firme contro il provvedimento. "Ne abbiamo già duemila per demolire una norma fatta da chi non conosce le tradizioni. Solo degli incompetenti potevano prendere una decisione simile".
Piras contesta la perdita dei valori della ruralit�e l'avanzare di una cultura urbana che non ha più il contatto con le cose reali. “La mia famiglia è cresciuta in campagna, abbiamo ammazzato le pecore da bambini, ma adesso mio fratello, pastore, non riesce più ad uccidere gli agnelli. Fortunatamente il figlio ha imparato il mestiere, e provvede”.
(L'Unione Sarda)