Il presidente della Cia Giuseppe Politi chiede che la questione dei danni causati dalla fauna selvatica venga stralciata dalla riforma della legge sulla caccia, che, "viste le forti contrapposizioni - dice - rischia di non essere approvata in questa legislatura", e che quindi il Parlamento predisponga al più presto un apposito intervento normativo per affrontare il problema.
Su questi punti Politi ha chiesto l'impegno dei presidenti della altre organizzazioni agricole Sergio Marini (Coldiretti), Federico Vecchioni (Confagricoltura) e di Franco Verrascina (Copagri), affinchè si costituisca un fronte comune per sollecitare l'intervento del Parlamento.
L’emergenza per i danni causati dagli animali selvatici (soprattutto gli ungulati e tra questi in particolare i cinghiali) per l'agricoltura, secondo Cia, è infatti sempre più drammatica e l'impatto sulle coltivazioni si conta ormai nell'ordine di centinaia di milioni di euro.
Il Testo unificato di riforma della 157 - spiega Politi- ha scarse possibilità di arrivare a fine percorso in questa legislatura, a causa, come noto, delle differenti valutazioni emerse tra i due rami del Parlamento. Da più parti si ricomincia a parlare di un possibile referendum sul tema caccia che non farebbe che riprodurre contrapposizioni tra fronti opposti, allontanando le risposte alle giuste esigenze degli agricoltori". Scindendo la questione dalla riforma della caccia, secondo Politi, si potrebbe altresì "contribuire a disinnescare le attuali e future aspre polemiche, pretestuose o meno, tra fautori del 'sì' e del 'no' alla caccia e tra gli opposti estremismi del tutto negativi per l’agricoltura”.
“Nel complesso intreccio che sulle problematiche faunistico-venatorie si è delineato nei diversi rami del Parlamento, con l’aggiunta recente degli emendamenti alla Legge comunitaria - spiega ancora il presidente di Cia - mi sembra si faccia sempre più concreto il rischio che non si adottino provvedimenti adeguati per il contenimento dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche”.
La prevenzione e il contenimento, così come la questione del pieno risarcimento dei danni all’agricoltura, sono per il presidente della Cia, "la vera ‘emergenza’ che molte aree del Paese denunciano e come, peraltro, ampiamente confermato dalla maggior parte dei partecipanti alle audizioni parlamentari di merito. Il ruolo centrale dell’agricoltura e degli agricoltori nell’essere custodi e cultori del territorio sembra essere, anche in recenti dibattiti televisivi, sempre più misconosciuto”.