Leggiamo e prendiamo atto di quanto riportato sul sito Arcicaccia l’8 marzo 2010, “Veneziano: una manifestazione piena di doppiezze e ambiguità”. Innanzitutto non accettiamo lezioni di comportamento da chi, in questi ultimi anni, è stato fortemente criticato dalla base dei suoi stessi associati e ha contribuito in maniera determinante alla divisione fra le associazioni venatorie, forse sperando che periodi di governo al lui favorevoli potessero farlo diventare il padrone della caccia in Italia. Ma così, per fortuna, non è stato e, anzi, ci siamo ritrovati con ministri del calibro di Pecoraro Scanio. Così l’Arcicaccia ha dimostrato che, quando poteva fare qualcosa di veramente utile al mondo venatorio, nulla ha fatto, mettendo in evidenza l’inconsistenza di molte sue scelte.
Per quanto concerne la politica editoriale di Diana, questa è di esclusiva pertinenza del Direttore e non delle varie Associazioni. Se abbiamo deciso di appoggiare la manifestazione del 9 marzo, questo è stato fatto con l’esclusivo interesse di difendere il popolo dei cacciatori. Inoltre la tutela della ruralità – che era uno dei punti cruciali della manifestazione di Roma – è fortemente connessa con la nostra passione, mentre l’approvazione dell’ art. 38 al Senato (e speriamo del 43 alla Camera) consentirà anche all’Italia di adeguarsi alle normative vigenti nella Comunità Europea.
Diana darà sempre spazio a tutto ciò che concerne l’attività venatoria, senza privilegi per questa o quella Associazione, cercando di evidenziarne meriti e demeriti. In merito inoltre all'editoriale di Diana che richiamava alcuni concetti pubblicati sul quotidiano Repubblica, non riteniamo di dover alcuna spiegazione al Presidente di Arcicaccia, l’unico che lo ha preso a pretesto per criticare frontalmente la nostra rivista. Ricordiamo al Presidente Veneziano (ma non solo a lui) che chi ha a cuore solo la sorte della propria parte politica e della propria poltrona trascurando i problemi concreti dei cacciatori, è destinato a isolarsi. Forse sarebbe utile ricordare più spesso che il fine ultimo dell’associazionismo venatorio dovrebbe essere proprio quello di lavorare sempre e comunque per il bene della caccia.
L’Editore e Direttore di DIANA
Pasquale Cacciapuoti