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Friuli Venezia Giulia si ridurranno
i territori per la caccia e si avranno meno licenze nelle riserve. Lo ha determinato una recente sentenza della Corte Costituzionale in tema di riparto della competenza legislativa tra lo Stato e le Regioni in materia di caccia, che di fatto impone alla Regione il rispetto di nuovi limiti.
La sentenza della Corte – si apprende in un comunicato della Regione - ha infatti stabilito che nel Friuli Venezia Giulia, realtà nella quale l'intero territorio era stato sottoposto dalla normativa nazionale al regime giuridico di Zona faunistica delle Alpi, sia rideterminata la densità venatoria, ovvero sia ridotta la superficie sulla quale si può praticare la caccia, e nel contempo sia diminuito il numero di licenze per ciascuna riserva.
"Il primo passo – spiega l'assessore alle Risorse Agricole, Naturali e Forestali e alla Caccia Claudio Violino che sta delineando le azioni della Regione- è stato quello di aggiornare la superficie del territorio agro-silvo-pastorale regionale, delimitando nel contempo la Zona faunistica delle Alpi, e fissando i criteri per l'individuazione delle aree da precludere alla caccia". "Le valutazioni dei tecnici - aggiunge l'assessore - hanno comportato la riduzione di oltre 50 mila ettari del territorio agro-silvo-pastorale della pianura da destinare alla caccia nella prossima stagione venatoria (2010/2011)".
E' in corso nel contempo la ridefinizione della densità venatoria nelle riserve di caccia, al fine di ridimensionare la pressione venatoria. L'ultimo passo sarà quello di rideterminare il numero massimo di cacciatori per ciascuna riserva di caccia. A questo proposito potranno beneficiare di deroghe alla riduzione dei permessi di caccia nelle riserve coloro che risiedono da almeno tre anni nel Comune sul quale intendono praticare l'attività venatoria e per quanti, a prescindere dalla residenza, vorranno cacciare con un permesso annuale, rilasciato dal direttore di ciascuna riserva, previa consenso dell'assemblea.