“Una scelta giusta”. Così ha definito le modifiche alla legislazione regionale sulla caccia la vice presidente della Provincia di Firenze con delega alla caccia Laura Cantini, in occasione dell'incontro organizzato a Palazzo Medici Ricciardi in collaborazione con la Regione.
Si è parlato in particolare di programmazione/PAR e del calendario venatorio regionale e provinciale, del controllo degli ungulati e della fauna selvatica, di gestione dell’ATC e delle Zone di Ripopolamento e Cattura, le aziende agrituristico-venatorie e delle Aree Addestramento Cani e di gestione dell’avifauna e delle deleghe previste dall'art. 37bis, 37ter.
All’incontro hanno preso parte rappresentanti di tutto il territorio, a livello regionale e provinciale. Sono intervenuti infatti sia addetti ai lavori, per prendere parte alla giornata di studi, che esponenti dei vari settori venatorio, faunistico e agricolo. “Si è cercato di rispondere alle esigenze dettate dai danni all’agricoltura – ha spiegato la Vice Presidente della Provincia – L’intervento è stato adeguato ai mutati scenari di riferimento, dotandoci di strumenti più idonei per ricercare l’equilibrio tra ambiente, salvaguardia della fauna e attività agricole che è venuto meno".
La riforma contribuisce anche ad una rivalutazione in generale dell'immagine del cacciatore, non solo fruitore della natura ma soggetto attivo nel perseguire e mantenere gli equilibri ambientali. La revisione operata dalla Regione Toscana - ha sottolineato Cantini - va assolutamente in direzione della tutela della biodiversit�e non è affatto più aggressiva della legge preesistente.
La Provincia utilizzerà i nuovi strumenti a disposizione. "Avendo ravvisato l’inefficacia dei cosiddetti metodi ecologici, come recinzioni o eliminazione di fonti alimentari" - ha annunciato la responsabile del settore in provincia - , l'amministrazione ha già approvato "alcuni provvedimenti per il controllo della predazione da parte di volpe, cornacchia grigia e gazza al fine di tutelare la naturale riproduzione della fauna selvatica stanziale in taluni ambiti protetti e nelle zone di produzione naturale”.
“Altre criticità provengono dagli ungulati, – dichiara la Vice Presidente – mentre per i cinghiali i provvedimenti già attuati hanno consentito di ridimensionare i danni alle culture. Per i caprioli, che adesso sono i principali responsabili delle incursioni nelle coltivazioni, stiamo lavorando per poter utilizzare anche le nuove opportunità di controllo inserite nella legislazione regionale”.