Daniela Pasinetti, oggi ventinovenne, caccia da quando di anni ne aveva solo 18. Non è un caso che nella sua vita la caccia sia entrata così presto, a casa Pasinetti, a Rima San Giuseppe (VC) sono tutti cacciatori, mamma compresa, e amanti della vita rurale. Daniela è infatti anche istruttrice equestre ed allevatrice.
La caccia, che pratica prevalentemente agli ungulati in Zona Alpi, per lei è una passione che solo chi vive può comprendere, oltre che una tradizione che tramanda saperi preziosi. A differenza di un normale hobby o sport, l'attività venatoria aiuta ad acquisire un grande autocontrollo, disciplina e rispetto. Valori che la società di oggi ha perso. Forse – ci spiega Daniela – è per questo che la caccia è poco capita e apprezzata.
A questo proposito dice di essere stata fortunata. Ha un fidanzato che va a caccia con lei e le sue amiche che non la praticano non l'hanno mai criticata. “Non si sono mai permesse di giudicare", spiega riferendosi agli attacchi che vengono inferti alla categoria dagli "animalisti". Anzi - dice - “spesso si sono avvicinate cercando di capire, e sono venute a caccia con me”. Del resto, continua Daniela “io non sono una cacciatrice sfegatata di quelle che quando escono di casa col fucile sulla spalla devono per forza tornare con qualche capo. Io vivo per l'immenso legame che si stringe con la natura e con gli animali, sentimenti che molti nemmeno conoscono”.
Daniela non manca di sottolineare alcune contraddizioni animaliste: "Quando sento che i cacciatori vengono disprezzati perchè uccidono mi arrabbio, non muoiono forse anche la mucca, il pollo? Mangiarli è nella nostra natura, anzi la selvaggina a differenza di un capo nato in allevamento, ha infinite possibilità di finire i suoi giorni in altro modo e non viene sottoposta a nessuna sofferenza in vita”.
Ma la caccia è soprattutto altro. Ad un vero cacciatore infatti “basta anche solo vedere il fantastico lavoro dei suoi cani e la passione con cui si impegnano nella caccia”, spiega ancora questa giovane cacciatrice, che anche al di fuori di questa attività vive il contatto con gli animali e la natura. "Quando arriva il periodo di caccia, spiega, senti un richiamo interiore ed è più forte di te, un istinto, che non si può spiegare".
Daniela si dice contraria all'abbattimento dei capi più giovani e di femmine in alcuni casi concessa nella caccia di selezione e lancia un messaggio ai cacciatori: “non limitatevi alla scelta del trofeo, abbattere un animale zoppo o già ferito è la vera selezione".
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