Sul problema rabbia si è recentemente attivato anche il Ministero della Salute, che non ha potuto esimersi, come per altro avevano già fatto le regioni interessate, dal prendere in considerazione un fenomeno di cui si è tornati a parlare dopo tanto tempo. L'infezione ha sconfinato dalla Slovenia ed ha finora coinvolto le regioni del nord est italiano (Friuli Venezia Giulia, Trentino e Veneto).
La prevalenza dei casi ha interessato per lo più volpi, che rappresentano il principale serbatoio della malattia, caprioli e tassi ma sono stati riscontrati positivi anche alcuni animali domestici. Dal 2008 a oggi sono stati diagnosticati 197 casi di rabbia in animali, di cui 53 in Friuli Venezia Giulia, 141 in Veneto e 3 nella Provincia autonoma di Trento.
Si è già fatto molto, le Regioni hanno attivato le opportune misure per la vaccinazione di tutti i cani delle aree coinvolte, in alcuni casi sono state previste limitazioni per la caccia e si è proceduto ad una profilassi capillare delle volpi attraverso la distribuzione sul territorio di esche – vaccino.
A tutto ciò si aggiunge la campagna di prevenzione adottata dal Ministero, che mira a diffondere tutte le informazioni utili affinchè si prendano le misure necessarie ad evitare la diffusione del virus. Un'iniziativa raccolta da Federcaccia, che si è impegnata per distribuire ai cacciatori, attraverso le Sezioni locali Fidc, un opuscolo informativo che il Ministero fornirà nei prossimi giorni in cui è illustrato il corretto comportamento e gli obblighi utili a prevenire il rischio di contagio delle persone e degli animali a loro seguito.