“Nel più recente dibattito che ha coinvolto il mondo venatorio avvertiamo novità che potrebbero risultare importanti. Pare a noi che da più parti si sia avviata una riflessione per ritrovare quel punto di equilibrio ultimamente smarrito con l’opinione pubblica”. Così interviene Arci Caccia, esprimendo particolare apprezzamento per la recente posizione del presidente della Cia e per quanti (alcune riviste venatorie) hanno indicato nella modifica dell'articolo 18 (calendario venatorio) contenuta nella Comunitaria, un elemento derimente rispetto alle prospettive dei cacciatori (allungamento della stagione solo per alcune specie).
“Alcuni – commenta Arcicaccia - segnalano preoccupazione per il populismo in essere ed altri invitano a non “buttare bambino ed acqua sporca”, vada come vada, il voto in Comunitaria”. L'associazione avanza l'idea di un presunto “ripensamento sulle priorità” del mondo della caccia a favore della centralità della gestione faunistica, auspicando che “una rinnovata e coerente consapevolezza delle grandi questioni ambientali da affrontare così come poste dal mondo scientifico, ma anche dall’ambientalismo del fare, aiuterà a consolidare e migliorare un modello di caccia eco-conservativa, quale migliore risposta a chi propone referendum abrogativi".
L'associazione di Osvaldo Veneziano immagina un inedito scenario di accentrazione e di condivisione della “buona caccia” così da lasciare in minoranza “gli estremisti, i fanatismi e le strumentalizzazioni”. Infine un riferimento velato all'europarlamentare Sergio Berlato “forse chi è abituato a far “fuoco sulla scienza” - si legge nella nota - e fa finta di interrogare le istituzioni europee per qualche misero interesse dovrebbe riflettere sulla necessità di porre fine alla sua crociata perdente e in parte blasfema e sul fatto che cotanto strumentale attivismo ha fatto comodo solo agli abolizionisti”.