Con i cambiamenti intervenuti negli ambienti naturali, in molte zone d'Italia il numero delle specie si è spesso ridotto a favore di altre che hanno conosciuto una proliferazione massiccia. Ne parla il presidente dell'Atc n° 6 di Grosseto Enzo Mori, sottolineando che l'incremento del cinghiale “da un lato ha permesso a molti cacciatori di praticarne la caccia, per l’indubbio fascino esercitato dal suo incontro nello scenario incantevole del suo habitat naturale”, dall’altro ha però “richiesto annualmente una riproposizione di misure straordinarie in difesa delle coltivazioni”.
Del resto l'Atc in questione quest'anno ha raggiunto un importante risultato: rispetto alla scorsa stagione venatoria, la caccia al cinghiale delle 51 squadre ha permesso la riduzione del 56 per cento dei danni alle preziose coltivazioni agricole.
Il cinghiale, soprattutto in un'area ad alta vocazione come quella della Maremma, costituisce un'importante risorsa economica integrandosi in armonia con l'attività agricola, a condizione che vengano messi in atto i necessari interventi di prevenzione e che questi vengano seguiti con determinazione da entrambe le parti, come avviene effettivamente nell'area dell'Atc 6. “Un esempio – spiega Mori - è la recinzione sperimentale che abbiamo realizzato in un vigneto di 14 ettari nel comune di Gavorrano, dove si è assistito all’azzeramento dei danni. A questo va aggiunto l’impegno del distretto nella messa in opera e nel controllo della recinzione elettrica a 4 fili lungo il Parco Interprovinciale di Montioni, che impedirà agli ungulati che stazionano nel parco, di attaccare le colture adiacenti al fiume Pecora”.