Con un nuovo intervento Maria Cristina Caretta, Presidente della Confederazione delle Associazioni Venatorie (Confavi) rilancia l'appello all'unione del mondo venatorio al di fuori delle associazioni nazionali riconosciute, le quali, secondo quanto scrive, avrebbero deciso di “dichiarare guerra” alla stessa Confavi, dopo l'invito ai cacciatori di non rinnovare la tessera con le associazioni nazionali.
Caretta risponde così a quanti ricordano le battaglie legali in corso per il riconoscimento ufficiale dell'associazione, avvenuto con Decreto interministeriale in data 8 febbraio 2006, poi sospeso per effetto del ricorso al Tar, il quale ne ha infine riconosciuto la legittimità. Ora la palla passa al Consiglio di Stato: “La seconda battaglia – scrive il presidente Caretta - per motivi che per il momento non possiamo rendere pubblici, vedrà alcuni giudici del Consiglio di Stato smentire i propri colleghi del TAR del Lazio e dare torto a Confavi”. Ci sarà, secondo il Presidente anche una terza battaglia, “per la quale siamo già pronti” – scrive - che “vedrà finalmente e definitivamente sancita la piena legittimità del riconoscimento della Confavi”.
“Le associazioni nemiche dell’unità del mondo venatorio italiano - dichiara Caretta - pensano che, impedendo a Confavi di beneficiare del finanziamento pubblico, potranno continuare a spartirsi indisturbate l’addizionale di € 5,16 che hanno chiesto ai politici di inserire nella famigerata 157/92 per la quale sono stati svenduti i diritti e la dignità dei cacciatori italiani”.
Se non è stato possibile riunire le associazioni venatorie italiane, “basterà unire i cacciatori italiani” enfatizza Caretta, evidenziando il contrasto creatosi con le altre associazioni. “Da quest’anno Confavi – annuncia Maria Cristina Caretta - avrà meno rispetto per queste associazioni e comincerà a fare il tesseramento diretto, invitando tutti i cacciatori italiani ad unirsi sotto un’unica bandiera”.
Ricordando che è stata Confavi a raccogliere le firme a sostegno delle modifiche alla 157/92 e che la stessa è stata promotrice delle due manifestazioni nazionali a difesa dei lavori in Parlamento (1 settembre 2006 e 9 marzo 2010), nonché della nascita del Coordinamento per la difesa e la promozione della cultura rurale, l'associazione si ripropone come baluardo per la difesa dei valori della caccia del futuro.