La vigilanza contro il bracconaggio è importante ma attenzione al reclutamento delle guardie venatorie, spesso mosse da “eccessivo entusiasmo” e da un “ideale fin troppo radicato”.
Questi i termini ribaditi dal giudice Giovanni Puliatti al termine della sentenza che ha assolto due guardie venatorie che pur hanno violato il domicilio di un uomo, sospettato di aver cacciato al cinghiale al di fuori del periodo permesso, nel grossetano. I due sono stati scusati perchè “mossi da un erroneo convincimento” dovuto all'incertezza normativa e a causa dei limitati strumenti interpretativi a loro disposizione.
Le guardie venatorie devono attenersi alla legge ed evitare simili situazioni, dettate da un eccessivo protagonismo, come sottolineato dallo stesso giudice riguardo ad alcuni soggetti che “troppo spesso si vedono coinvolti in episodi che divengono suscettibili del vaglio dell’autorità giudiziaria, vuoi anche per l’animosità della categoria contrapposta, quella dei cacciatori”.
Di qui il monito del giudice. “Da un lato ciò impone che sia la polizia provinciale a formalizzare gli atti propri di polizia giudiziaria (sequestri, verbali, ecc), dall’altro consiglierebbe le autorità preposte a sottoporre a più attento vaglio i pur preziosi collaboratori sia nell’atto dell’arruolamento sia nell’esercizio dei loro compiti”.
(Il Tirreno)